Secondo uno studio torinese, il riscaldamento casalingo è uno dei fattori che favorisce l’obesità. La temperatura troppo vicina a quella corporea riduce la spesa energetica e induce l’aumento di peso

Alla prossima Giornata mondiale dell’obesità il professor Paolo Cavallo Perin, direttore della Medicina universitaria della Città della Salute di Torino, presenterà i dati del suo recente studio sul rapporto fra temperatura e obesità. La ricerca ha messo in luce che il riscaldamento casalingo impostato a 21 gradi può indurre l’aumento di peso.

Il caldo casalingo favorisce l’obesità

I ricercatori hanno scoperto che una temperatura casalinga troppo vicina ai 37 gradi corporei riduce la spesa energetica del nostro organismo. Il corpo, che così riduce la quantità di calorie bruciate giornalmente, tende quindi ad immagazzinare il grasso non dovendo più compensare l’abbassamento della temperatura esterna.

I numeri dell’obesità

Il problema dell’obesità, che potrebbe essere causata anche da fattori genetici, è diventato allarmante in tutte le nazioni occidentali. Dalle ultime stime pare che la metà degli adulti nei Paesi industrializzati ne soffra. “In Italia – segnala Cavallo Perin – “l’obesità riduce l’aspettativa di vita di 17 anni ed è la seconda causa di morte dopo il fumo”. Inoltre, “la mortalità per cause cardiovascolari aumenta del 90%” e “un adulto obeso su due soffre anche di diabete”. Proprio per limitare il dilagare dell'”epidemia”, molti Governi sono intenzionati a limitare la quantità di zucchero nei cibi.

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