Il surriscaldamento globale, che sta sciogliendo i ghiacci minacciando gravemente la biodiversità e sembra che in futuro possa mettere a rischio ben 720 patrimoni dell’UNESCO, sembra ormai inarrestabile.

Considerando poi che gli scienziati  temono che le temperature possano crescere addirittura di 5°, il pericolo diviene ancora più incombente.

Tuttavia, secondo la ricerca americana pubblicata su Nature Climate Change, il deserto potrà fungere da “spugna” assorbente, immagazzinando parte della CO2 atmosferica in eccesso e diminuendo quindi i rischi per il Pianeta. Certo è che i deserti “non potranno assorbirla tutta – come spiegano gli studiosi – ma aiuteranno”, diventando quindi preziosi alleati nella corsa alla salvezza della Terra.

Ecosistema arido sotto esame

Si tratta di uno studio molto complesso, portato avanti nell’arco di 10 anni, condotto da un gruppo di ricercatori statunitesi coordinati dall’università di Washington nella parte settentrionale del deserto del Mojave, nel Nevada.

Delimitando 9 aree ottagonali in una zona desertica, gli studiosi hanno osservato la reazione dell’ecosistema arido a differenti concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica. Tre aree sono state esposte a 550 parti per milione, simulando il probabile livello di CO2 verrà raggiunto dalla Terra nel 2050; altre tre aree sono state esposte ad una concentrazione di 380 parti per milione, il livello di CO2 attualmente presente in atmosfera; le ultime tre, infine, hanno avuto una funzione di controllo.

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I risultati mettono in luce come gli ecosistemi aridi assorbono CO2 soprattutto a livello della “rizosfera”, la zona vicina alle radici delle piante che è maggiormente popolata da microrganismi. Si è calcolato che l’aumento dei livelli di anidride carbonica in atmosfera genererà un aumento dell’assorbimento da parte dei deserti tanto da coprire il 4-8% delle attuali emissioni.