Il sangue artificiale non è più fantascienza: gli studiosi dell’Università di Edimburgo hanno trovato il modo di produrre sangue umano, potenzialmente su scala industriale 

Recentemente avevamo già dato notizia degli straordinari risultati a cui erano giunti il team di Michele Samaja, del gruppo di Biochimica del Dipartimento di scienze della salute dell’università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’università di San Diego e alcune società biotech californiane: la produzione di sangue artificiale battezzato MP40X e derivato dall’emoglobina umana.

Lo scopo della ricerca in questione, invece, condotta dal Professor Marc Turner, è stato quello di arrivare a produrre globuli rossi sani, privi di malattie e in grado di essere trasfusi in qualsiasi paziente. Grazie alle trasfusioni sanguigne il sangue perso durante un incidente o un intervento chirurgico può essere reintegrato nell’organismo. Ma come si è arrivati ad un risultato così rivoluzionario? Attraverso cellule staminali pluripotenti, rimosse dal corpo umano e trasformate successivamente in cellule staminali, l’équipe di Turner è stata capace di produrre globuli rossi di tipo zero.

“Anche se ricerche analoghe sono già state condotte altrove, questa è la prima volta che qualcuno ha prodotto del sangue con le opportune norme di qualità e di sicurezza per la trasfusione in un essere umano”, ha detto Turner.

Un test sugli esseri umani dal vivo è previsto già per la prima volta probabilmente entro il 2016 o al massimo il 2017. Finora gli esperimenti si sono limitati a testare il sangue artificiale su persone con talassemia, malattia del sangue che richiede trasfusioni continue.

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Quanti tipi di sangue esistono?

Ma facciamo un po’ di luce sulle diverse tipologie di sangue esistenti: esistono otto diversi tipi, ma i quattro più importanti comprendono il gruppo A, il gruppo B, il gruppo AB e il gruppo 0 (zero). In quest’ultimo tipo ci sono anticorpi sia A e B nel plasma, ma non antigeni A o B sui globuli rossi. Caratteristica tipica dei donatori di sangue di tipo 0 è la possibilità di offrire il loro sangue a tutti gli altri, sono i cosiddetti “donatori universali”. Questi donatori sono anche i più comuni, circa il 40 per cento della popolazione.

 Diversamente i singoli gruppi sono compatibili solo tra di loro: le persone con tipo A possono donare solo a persone con tipo A, e così via. I tipi di sangue sono anche definiti dal simbolo “negativo” o “positivo” , dato che esiste il fattore Rh, un terzo antigene.

In passato erano più alti i rischi relativi alla trasmissione attraverso trasfusione di patologie pericolose come l’epatite B o l’HIV, perché i controlli erano molto meno rigidi di quelli attuali, che hanno reso molto remota la possibilità di contagi di questo tipo.