Troppo stress al lavoro fa ingrassare le donne

Attenzione all’aria che respirate in ufficio, uno studio ha mostrato come l’assenza di riciclo d’aria nell’ambiente dove si lavora influisce negativamente sulla produttività

Non è solo lo stress ad incidere sul benessere psicofisico dei lavoratori. Se l’aria è viziata, la qualità del lavoro si abbassa drasticamente: ad affermarlo è una ricerca pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, che mette in luce i rischi connessi alla mancata ossigenazione degli ambienti, fondamentale non solo un corretto sviluppo delle vie aeree ma anche per le facoltà cognitive.

Deficit cognitivi e problemi respiratori

E’ stata dimostrato infatti che respirare aria viziata in un ambiente con le finestre sempre chiuse, influisce pesantemente sul rendimento dei lavoratori, abbassando le performance degli impiegati.
Lo studio ha analizzato un campione statistico di a 24 impiegati, ai quali è stato richiesto di svolgere comuni mansioni di ufficio in presenza di condizioni aeree diverse: in un caso l’ambiente presentava maggiori concentrazioni di ossigeno oppure è stato introdotto un coefficiente di anidride carbonica analogo a quello che si respira in stanze chiuse e in ambienti scarsamente ventilati.

Molti uffici superano la soglia fissata dalla legge

Il test ha dimostrato che diminuendo i livelli di ossigeno scendeva anche il rendimento dei lavoratori, secondo uno schema che vede l’aria viziata come causa diretta del peggioramento sul lavoro e la tendenza ad accumulare ritardi che incidono sulla soglia di rendimento con picchi statistici pari al 50%.
La legge italiana ha fissato un limite (pari a millecinquecento parti per milione) relativo alle particelle di anidride carbonica da mantenersi negli ambienti chiusi non domestici, tuttavia l’aria viziata è un problema comune di molti ambienti lavorativi, con le conseguenze negative appena elencate.

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