I cardiologi italiani lanciano un preoccupante allarme: è in aumento il numero di infarti tra i giovani per colpa del consumo di cocaina, che viene spacciata anche tramite Internet

Se da un lato è diminuita la mortalità per infarto, secondo quanto dichiarato dalla Società italiana di prevenzione cardiovascolare, dall’altro cresce il numero di giovani colpiti da infarto in seguito all’uso sempre più massiccio di sostanze stupefacenti, spesso mischiate tra di loro oppure usate da sole, come la cocaina, che è già stato dimostrato quanto faciliti anche il rischio di ictus.

“La mortalità da infarto oggi è in riduzione – osservano gli esperti – siamo arrivati al di sotto del 5 per cento, ma a preoccupare è l’aumento di incidenza di questa patologia tra i giovani che consumano cocaina”.

La cocaina è un vasocostrittore

Come ricorda Bruno Trimarco, presidente della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (Siprec) “la cocaina è un potente vasocostrittore coronarico, è per questo che può creare l’infarto del miocardio e aritmie gravi, come – aggiunge – la fibrillazione ventricolare. Tra le varie sostanze è quella che in assoluto ha l’effetto vasocostrittivo più intenso. I soggetti che usano questa droga per inalazione, oltre ad essere come tutti esposti all’infarto, hanno frequentemente problemi legati anche al naso. L’uso di questo potente vasocostrittore, infatti, determina zone di necrosi proprio a livello delle narici nasali”.

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Si è abbassata l’età media dell’infarto

Tuttavia sono anche altri i fattori che nei giovani possono indurre problemi cardiaci, come ad esempio le infiammazioni alle coronarie.
“Spesso – chiarisce il dottor Trimarco – negli adolescenti l’infarto è legato anche a fenomeni infiammatori delle coronarie, come può accadere in corso di influenza per una coronarite virale.

“Più in generale – prosegue il presidente della Siprec – si è abbassata l’età tipica dell’infarto. Un tempo si attestava poco al di sopra dei 50 anni, mentre oggi si verificano sempre più spesso casi di infarto tra i 30 e i 50 anni. Una vita più stressante, l’impiego di sostanze stupefacenti, il cambiamento delle abitudini igienico-dietetiche con prevalenza di cibi ‘spazzatura’ (ricchi di colesterolo e acidi grassi), ma anche la riduzione dell’attività fisica, sono tra le principali cause che hanno comportato un abbassamento della soglia di infarto”.