Uno dell’ospedale San Raffaele di Milano ha scoperto che il bilinguismo protegge dagli effetti dell’Alzheimer

Un corpo di ricerca dell’ospedale San Raffaele di Milano, coordinato da Daniela Perani, direttrice dell’Unità di neuroimaging molecolare e strutturale in vivo nell’uomo e docente dell’università Vita-Salute, ha scoperto che le persone bilingue sono protetti dagli effetti devastanti dell’Alzheimer.  La ricerca si è concentrata sull’esempio degli altoatesini, che imparano a parlare due lingue fin da bambini, l’italiano e il tedesco.

Sempre con la stessa finalità, altri studi di tipo epidemiologico hanno inoltre confermato che il bilinguismo ritarda di circa 5 anni l’insorgenza della demenza senile. I test sono stati effettuati su un’ottantina di volontari italiani, di cui la metà bilingue e l’altra metà monolingue,che sono stati sottoposti ad un esame tomografico in grado di mostrare il metabolismo cerebrale e la connettività funzionale tra le diverse aree del cervello. Ne è emerso che le persone bilingue avevano circa 5 anni in più, a conferma dei recenti studi e inoltre, il “punteggio” assegnato all’esame era superiore rispetto ai pazienti monolingue.

Non basta conoscere le lingue, bisogna parlarle

Si tratta di una prova importante che la prova il bilinguismo costituisce una ‘riserva cognitiva’ che protegge dall’avanzare della demenza.
“È proprio perché una persona bilingue è capace di compensare meglio gli effetti neurodegenerativi dell’ALZHEIMER che il decadimento cognitivo e la demenza insorgeranno dopo, nonostante il progredire della malattia”, spiega Perani.

Gli effetti positivi del bilinguismo risultano anche influenzati  dal livello di esposizione e di uso effettivo delle due lingue.

“Si osserva – conclude Perani – che più le due lingue sono utilizzate, maggiori sono gli effetti a livello cerebrale e migliore è la performance. Il punto non è quindi conoscere due lingue, ma usarle in maniera attiva e durante tutto l’arco della vita. Questo dovrebbe suggerire alle politiche sociali degli interventi atti a promuovere e mantenere l’uso delle lingue e altrettanto dei dialetti nella popolazione”.

Di recente è stata scoperta una proteina che protegge la memoria dalla degenerazione tipica del progredire della malattia. Finora si è cercato di arginare l’Alzheimer mettendo in atto scelte di vita preventive, che rallentassero l’incedere della demenza senile e preservassero l’integrità dei neuroni.

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