Scoperto un meccanismo che consente di ottimizzare i ricordi durante la notte

E’ chiamato ‘smart forgetting’ il fenomeno che consente di filtrare i ricordi durante il sonno in modo intelligente, trattenendo solo quelli importanti per ottimizzare il consumo energetico del cervello. In questo modo i ricordi inutili accumulati si dimenticano e lasciano spazio alle nuove esperienze. Un meccanismo che è stato osservato per la prima volta nei topi, dove si è verificato un ridimensionamento del 20% delle connessioni tra neuroni, le sinapsi, durante il sonno.

Questa scoperta è stata pubblicata su Science dal gruppo di ricerca di Chiara Cirelli e Giulio Tononi all’Università del Wisconsin, a cui ha collaborato anche Michele Bellesi dell’Università Politecnica delle Marche.

Il sonno depotenzia le sinapsi

Il sonno è fondamentale per una corretta gestione delle informazioni e aiuta la memoria a fissare i ricordi importanti, mentre lascia andare quelli superflui. Lo studio segna un importante tappa nell’analisi dei processi di apprendimento durante il sonno, da anni oggetti di ricerca, confermando una teoria che Cirelli e Tononi avevano elaborato anni fa.

”Secondo la loro ipotesi – racconta Bellesi all’ANSA – l’interazione con l’ambiente durante la veglia determina un progressivo potenziamento delle sinapsi, perché apprendiamo continuamente cose nuove anche senza accorgercene, mentre il sonno al contrario serve a depotenziarle, per farle tornare a livelli energeticamente più sostenibili e per permetterci di imparare ancora nuove cose il giorno successivo. Grazie a questo studio, siamo riusciti per la prima volta ad ottenere la prova visiva di questo fenomeno”.

Il più grande database di sinapsi

Avvalendosi di un microscopio elettronico 3D, i ricercatori hanno misurato e ricostruito quasi 7.000 sinapsi prelevate dalla corteccia sensoriale e motoria dei topi, prima e dopo il riposo, costruendo così ”il più grande database di sinapsi al mondo”, sottolinea Bellesi. Si tratta di un lavoro ‘lungo e meticoloso – prosegue il ricercatore – abbiamo verificato che otto sinapsi su dieci (soprattutto quelle piccole e medie) si rimpiccioliscono in modo proporzionale alle loro dimensioni, mentre quelle più grandi, che conservano le informazioni più importanti, rimangono stabili”. Il prossimo passo ora sarà quello di indagare gli effetti scatenati a livello cellulare causati dai disturbi del sonno sempre più diffusi negli ultimi anni.

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