“L’industria dell’alcol nasconde o minimizza il rischio di tumori associato al consumo di bevande alcoliche”

E’ questa la scioccante conclusione a cui è giunto uno studio di recente pubblicazione condotto dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine e del Karolinska di Stoccolma.

Una piaga sociale

L’abuso di alcol, che soprattutto nei giovani porta a bevute compulsive note come Binge Drinking, ha ripercussioni sociali enormi anche per gli effetti nefasti sulla salute, troppo spesso sottovalutati dai governi che invece dovrebbero adottare misure sempre più restrittive. Si pensi che in Italia sono arrivati a quota 3,7 milioni i grandi bevitori di alcol fuori pasto e il dato più preoccupante è che la maggior parte di questi binge drinker sono molto giovani e nel 2015 il Ministero della Salute aveva denunciato 8,5 milioni di casi di abuso di alcol, una pratica che, oltre a distruggere il sistema immunitario, fa male anche al cuore,aumentando di 8 volte il rischio di aritmie cardiache.

Negare e distorcere la realtà

Oggi una ricerca giunge a una conclusione molto dura nei confronti dei produttori: “L’industria dell’alcol nasconde o minimizza il rischio di tumori associato al consumo di bevande alcoliche”. Lo studio parte dall’analisi delle informazioni apparse su siti web e organizzazioni legate al settore: 24 su 26 avrebbero mostrato qualche tipo di distorsione. “L’approccio più comune è presentare la relazione tra assunzione e cancro come altamente complessa, con il suggerimento che non ci sono evidenze chiare. In altri casi si nega che ci sia un collegamento o si contestano i rischi di un uso sporadico. Le strategie ricordano il ‘negare, distorcere, distrarre’, già adottato a suo tempo dall’industria del tabacco”, si legge nella studio.

Mark Petticrew, l’autore principale, però chiara: “Bere alcol anche moderatamente aumenta il rischio di cancro, e la sensibilizzazione del pubblico è scarsa. Se ci fosse una maggiore conoscenza, per i produttori sarebbe una minaccia seria”.

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