Studentessa inglese sconfigge l’anoressia e lancia un messaggio: «La vita è troppo breve, non sprecatela»

Si chiama Emelle Lewis, la studentessa di psicologia di Huddersfield che è riuscita a uscire dal pericoloso tunnel dell’anoressia e oggi ci racconta come è finito il suo incubo. La ventiduenne inglese era arrivata a pesare appena 31 chili nel periodo peggiore della sua esistenza, quando era nel pieno della malattia che le ha lasciato profondi segni nel fisico anche adesso che è guarita.

Tutto nasce da un’ossessione

Una visione alterata del proprio corpo

L’anoressia nervosa, che si manifesta con una magrezza esagerata, è sempre associata ad una visione distorta del proprio corpo e da pensieri ossessivi sul peso e sulle calorie ingerite. Sembra che chi ne soffre, oltre a non riconoscersi più alla vista, non si riconosca più nemmeno al tatto. Si tratta di una malattia subdola, che colpisce sempre di più anche i bambini che secondo recenti studi potrebbe avere origini genetiche.  

Secondo uno studio dell’Università di Seul l’anoressia si potrebbe sconfiggere grazie all’ossitocina, l’ormone dell’amore, mentre un’altra ricerca ha scoperto come la stimolazione magnetica, un metodo già sperimentato per la depressione, risulterebbe efficace anche per curare anche questo disturbo alimentare.

Emelle invece ha sconfitto l’anoressia solo grazie alla sua incredibile forza di volontà e all’esempio di altre ragazze che con grande coraggio ne erano già uscite.

«Tutto è iniziato al liceo – ha spiegato Emelle al Daily Mail raccontando dei suoi sette ricoveri e dell’ossessione per la forma fisica, nata quando era appena quindicenne – Mi sentivo troppo grassa e brutta: le mie amiche erano fidanzate e io, invece, non riuscivo a trovare nessuno».

Su Instagram gli esempi di coraggio

Da allora per la ragazza inizia un calvario, fatto di digiuni forzati, tantissima palestra e pratiche ossessive come quella di evitare di sedersi per tutta la giornata in modo da bruciare calorie.

«Da malata, non pensavo di essere io il problema. Credevo di poter condurre una vita normalissima, nonostante la mia magrezza», ha aggiunto la ragazza, che per l’eccessiva magrezza era costretta a indossare abiti con taglie da bambina.

A dimostrazione che per risalire bisogna prima toccare il fondo, Emelle reagisce proprio nel momento peggiore della sua vita, con un’impennata di orgoglio e si chiede: “Non ti sei ancora realizzata. È veramente questa la fine che vuoi fare?” No, non era quella». Inizia quindi a leggere su Instagram le storie di tante ragazze anoressiche che con coraggio erano uscite dal baratro della malattia ed avevano iniziato con successo un percorso di guarigione.

«E’ stato molto difficile, ma da quel momento qualcosa nella mia testa è cambiato».

Una volta cambiata la sua mentalità rispetto alla malattia, aiutata dai familiari e dai medici di un centro specialistico, Emelle è riuscita a poco a poco ad uscirne, fino a diventare più forte di prima per la prima volta in pace con se stessa. Oggi la ragazza sente il dovere di lanciare un messaggio a chi sta vivendo l’incubo da cui con fatica e determinazione è finalmente uscita: «La vita è troppo breve, non sprecatela».

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