Da gennaio sarà imposta sulla sigarette elettroniche una tassa del 58,5%. I produttori di e-cig affermano che la novità segnerà la fine del mercato interno

Da gennaio le e-cig, che secondo Umberto Veronesi non sono cancerogene, saranno equiparate alle normali sigarette. La tanto ventilata tassa del 58,5% sulle bionde hitech è stata approvata e sarà operativa dall’anno nuovo. Gli operatori del settore, che avevano gioito per l’annullamento del bando dai luoghi pubblici, ora parlano di crisi.

La tassa che devasterà il mercato delle e-cig

Nel 2012 hanno chiuso il 60% dei rivenditori di e-cig e secondo le stime l’introduzione della nuova tassa porterà al vero e proprio collasso del mercato, traducendosi in 6mila nuovi disoccupati.

“La decisone di applicare un’imposta così elevata – ha spiegato il presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini – causerà la chiusura di tutte le aziende italiane produttrici, oppure non lascerà loro altra via che quella di rivolgersi esclusivamente agli altri Paesi membri dell’Unione Europea. L’Italia è l’unico Paese ad aver applicato una simile imposta sulla sigaretta elettronica”.

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