Il Nalmefene, la cosiddetta pillola contro l’alcolismo commercializzata in Inghileterra e Galles, è efficace sui pazienti che hanno sviluppato una dipendenza, solo se esiste una motivazione forte a smettere di bere

Il farmaco progettato per ridurre il consumo di alcol tra bevitori problematici, è stato messo a disposizione dei pazienti del NHS in Inghilterra e Galles ad un costo di poco più di tre sterline (circa 4 euro), mentre in Italia è disponibile dal primo ottobre. Si tratta di un farmaco in grado di ridurre di il consumo di alcolici fino al 60% in soggetti che ne fanno un elevato uso (più di 60g al giorno per gli uomini e più di 40g per le donne) senza sintomi di astinenza e che non richiedono una immediata disintossicazione. Il vantaggio del Nalmofene rispetto ad altre cure è quello di proporre “al paziente un obiettivo di trattamento intermedio più realistico e quindi più accettato”.

Un’efficacia controversa

Il Nalmefene, commercializzato con il nome di Selincro, prevede una somministrazione di una volta al giorno ed è concesso in licenza per l’utilizzo insieme al supporto psicosociale.
Il National Institute for Health and Care Excellence (NICE), ha stimato che tra l’Inghilterra e il Galles siano circa 600.000 possibili utenti di questa pillola contro l’alcolismo.
L’alcolismo infatti è un problema molto serio e i pazienti candidati all’uso del farmaco, “debbono recarsi dal proprio medico, ed impegnarsi a lavorare con i servizi di sostegno ed a partecipare a programmi di terapia”.
Il dottor Niamh Fitzgerald, Docente di Alcohol Studies presso l’Università di Stirling, ha espresso delle preoccupazioni e perplessità circa ciò l’introduzione di Nalmefene comporterebbe nella pratica.

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“Il fatto che i problemi di alcol siano diffusi nella società potrebbe essere un elemento importante affinché la classe politica prenda in esame l’introduzione di politiche efficaci quali il prezzo minimo e restrizioni alla commercializzazione di alcol”.

“Sarebbe un peccato – ha aggiunto Fitzgerald – al contrario, se la disponibilità di nalmefene portasse a pensare che questa è la risposta adeguata per intervenire contro l’alcolismo, piuttosto che avviare altri approcci più efficaci e meno costosi per ridurre il consumo”.
Per il Professor Matt Field, docente di tossicodipendenze presso la Liverpool University, l’efficacia delnalmefene è controversa.

La motivazione è fondamentale

“Tutti i dati degli studi clinici – ha dichiarato – provengono da persone che erano fortemente motivate a ridurre il loro consumo di alcool”.

“Il farmaco – ha concluso – non è stato testato su persone che non sono interessate a ridurre il loro consumo di alcol e la maggior parte dei medici credono che nessun trattamento può essere efficace se le persone non sono motivate a cambiare”.
In Europa l’alcolismo è un grave problema sanitario e sociale e il nostro continente annovera la maggior percentuale di forti bevitori in tutto il mondo.
In Italia l’età media in cui viene bevuto il primo bicchiere di alcool è fra gli undici ed i dodici anni a fronte di una età media europea di 14 anni e mezzo.
Parlando in termini di alcolismo, si stima la presenza di circa un milione di individui alcolizzati. Nel nostro Paese sono circa 40.000 i morti per cause legate all’alcol, come la cirrosi epatica, i tumori, gli incidenti cardiovascolari, i suicidi, gli omicidi, gli incidenti sul lavoro, in casa e soprattutto quelli stradali, provocati dall’alcolismo. In Europa, il 25% dei decessi tra i giovani è per questa causa, che è la prima nell’età tra i 15 e i 29 anni. In America è stato fatto anche uno studio che ha portato all’identificazione di alcuni fattori che consentiranno di prevedere chi abuserà di alcol, diventando un cosiddetto “binge drinker” già a 16 anni

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Una delle preoccupazioni legate all’introduzione del farmaco contro l’alcolismo è proprio quella che un fenomeno sociale e sanitario molto grave come questo non venga più arginato adeguatamente con il supporto di scelte politiche mirate. Chissà se anche in Europa come in Australia saranno basteranno i social network a distogliere i giovani dall’alcolismo?