Le donne impegnate a lavorare per un tempo prolungato sono più soggette a patologie croniche anche gravi
Un recente studio dell’Ohio State University ha rivelato che le patologie croniche derivanti dal super lavoro danneggiano maggiormente il sesso femminile. La ricerca chiarisce anche quali siano le malattie che possono colpire le donne che lavorano troppo e come si manifestano. Un’altra ricerca aveva già svelato in precedenza che le donne subiscono peggio degli uomini gli effetti del lavoro precario sulla salute fisica e mentale. Ma quando si può considerare eccessiva un’attività lavorativa? Per misurare il “troppo” lavoro, bisogna stabilire un limite che funga da discrimine per i conseguenti rischi. Recenti studi hanno stabilito che lavorare oltre sessanta ore a settimana per oltre i tre decenni di carriera implica per le donne una maggiore esposizione al rischio di sviluppare diabete, tumori, patologie cardiache e artrite.
Gli uomini risentono meno del lavoro extra
Allard Dembe, primo autore dello studio, spiega che il rischio tende ad innalzarsi nel momento in cui le lavoratrici, soprattutto se orientate a far carriera, rivestono vari ruoli oltre a quello di competenza, impegnandosi eccessivamente a livello psicofisico. Una statistica ha evidenziato che le donne non pensano a quanto le loro iniziali esperienze nel campo lavorativo possano avere negli anni conseguenze negative sulla propria salute e lo stress sul lavoro abbasserebbe notevolmente l’aspettativa di vita per le donne, che normalmente è invece superiore.
Dai risultati dello studio su un campione di settemila persone gli uomini risultano subire minori conseguenze negative per la salute rispetto alle donne, poiché sembrano rispondere in maniera più positiva al lavoro extra.
