La depressione, del cui sviluppo recentemente è stata individuata la molecola responsabile, potrà essere diagnosticata con sistemi più obiettivi come un test del sangue

Sarà proprio la rilevazione del grado di concentrazione di determinate molecole che indicano la presenza della patologia a consentirne una diagnosi scientifica.
Finora ci si basava unicamente sulla descrizione dei sintomi da parte del paziente, ora invece si potrà introdurre un metodo per misurare oggettivamente la presenza o meno di questa patologia, che è aumentata con la crisi economica e secondo gli esperti potrebbe portare a un invecchiamento precoce.
L’introduzione di un esame per rilevare la depressione è il frutto delle ricerche della Northwestern University Feinberg School of Medicine, i cui risultati saranno pubblicati su Translational Psychiatry.

9 molecole responsabili della depressione

IL gruppo di studio ha individuato un gruppo di molecole presenti in concentrazioni differenti e chiaramente riconoscibili nel sangue delle persone che soffrono di depressione. Si tratta, in particolare, di nove molecole di Rna, una sostanza chimicamente molto simile al Dna che serve a tradurre l’informazione genetica. Gli esperti hanno messo a confronto il sangue di 32 individui depressi con altrettanti individui sani. Sono gli 9 Rna in concentrazioni ben definite nel plasma dei depressi.

Questo insieme di concentrazioni ematiche delle nove sostanze non è sempre uguale, ma è stato messo in luce come cambi nel corso della psicoterapia del paziente fino a entrare in remissione, se la depressione scompare o si riduce. Questo significa che può essere quindi usato come valido indice per monitorare l’efficacia delle terapie.

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Test anche per la prevenzione

Si è anche scoperto che gli individui che in passato hanno avuto episodi depressivi ma non ne hanno in atto, hanno comunque una concentrazione di molecole alterata, segno che questo testo potrebbe essere usato per individuare le persone a rischio di depressione. Graziano Pinna, psichiatra della University of Illinois a Chicago, ha commentato: “Questo studio è importante. Al momento le diagnosi vengono condotte sulla base di sintomi generici quali mancanza di appetito e motivazione, stanchezza o cattivo umore persistente e non in modo oggettivo come si fa per le altre malattie. Poter fare una diagnosi della depressione con un prelievo rappresenta dunque un progresso notevole nel campo delle malattie mentali specie se si considera che la depressione è una malattia che colpisce circa il 7% della popolazione con percentuali in crescita”.

Pinna conclude: “Rimarrà ora da confermare i dati di questo studio su un campione più ampio. Uno studio su larga scala permetterà inoltre di esaminare, per esempio, se ci sono differenze tra i sessi. Sarà anche importante stabilire se il test sarà specifico per distinguere la depressione dalla sindrome bipolare oppure da altre malattie mentali che si accompagnano spesso alla depressione, come i disturbi d’ansia”.