Fumare tra le mura domestiche “è come aprire la porta di casa a un killer”

E’ questo il messaggio intimidatorio lanciato dagli esperti riuniti a Napoli per il Cto2016, la Conferenza internazionale di oncologia toracica. Eppure, nonostante il fumo sia causa di oltre 40 patologie, primo fra tutti il tumore al polmone, ben 20 italiani su cento accendono ancora le sigarette in casa. Questa percentuale sale al 29% in Umbria, che detiene il record negativo, mentre la regione più virtuosa è il Veneto con il 9%.

La miglior terapia è smettere di fumare

Il tumore al polmone è al quarto posto tra le forme tumorali più diagnosticate e “siamo ancora lontani dalla diagnosi precoce”, specificano gli oncologi.

“Se domani la popolazione mondiale decidesse di smettere di fumare – osserva Filippo de Marinis, dell’Aiot (Associazione italiana di oncologia toracica) – tra 20-30 anni il carcinoma polmonare risulterebbe abbattuto del 90% come mai nessuna terapia potrà ottenere”.

Le donne rischiano di più

Studi dimostrano come i rischi maggiori legati al fumo li corrano le donne, anche nei casi di convivenza con un tabagista in casa. Il tumore al polmone “cresce tra le donne perché continuano a fumare – spiega Cesare Gridelli, presidente dell’Aiot – ma l’aumento dell’incidenza della malattia in donne non fumatrici ci fa ipotizzare che ci sia anche una causa genetica e ormonale”.

Su una cosa tutti gli studiosi sono concordi e lanciano un sentito appello: “Smettete di fumare”. E se proprio non riuscite a smettere, smettete almeno di fumare in casa, in quanto il fumo passivo aumenta il rischio di sviluppare il cancro al polmone e di danneggiare la salute di chi respira la stessa aria. Ciò nonostante, gli italiani sono ancora ignoranti circa i danni causati dal fumo passivo e il 49% fuma in presenza di bambini: uno su cinque risulta essere vittima del fumo passivo, oltre che del cosiddetto “fumo di terza mano”.

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