Uno studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano mette a confronto e-cig e sigarette

Il Dott. Roberto Boffi, insieme ad Ario Ruprecht, Cinzia De Marco e agli collaboratori del Centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano hanno condotto uno studio che ha messo a confronto sigaretta tradizionale, sigaretta elettronica e iQOS, questi ultimi due sempre più diffusi tra i giovaniI. In collaborazione con i ricercatori della University of Southern California di Los Angeles, la ricerca si è posta l’obiettivo di valutare l’impatto dell’inquinamento ambientale generato dai dispositivi elettronici di vecchia e nuova generazione rispetto a quello causato dalla sigaretta convenzionale, con l’obiettivo ultimo di ottenere dati scientificamente validi sulle caratteristiche delle emissioni di questi prodotti, sulla cui sicurezza per la salute il dibattito è ancora molto acceso. Inoltre studio statunitense ha lanciato di recente un preoccupante allarme per i fumatori di sigarette elettroniche, sostenendo che il 75% conterrebbe sostanze chimiche nocive ai polmoni. Se numerose ricerche hanno appurato che le e-cig aiutano davvero a smettere di fumare e sono indubbiamente più sicure di quelle tradizionali dal punto di vista delle sostanze cancerogene contenute, l’allarme si sposta anche sul modo di usarle, che ha innescato una moda in voga in primis tra gli adolescenti: il dripping.

Le analisi a confronto

La ricerca dell’Istituto Nazionale dei Tumori ha messo a confronto quindi le emissioni dei dispositivi elettronici con quelle delle sigarette tradizionali. iQOS, il nuovo prodotto della Philip Morris detto anche ‘Heat-Not-Burn’, invece di bruciare il tabacco lo riscalda a circa 350°C evitando così la formazione di idrocarburi policiclici aromatici (IPA); in questo modo teoricamente si può fumare con un rischio ridotto per la salute rispetto alle sigarette tradizionali. I parametri presi in considerazione sono stati il black carbon (BC), il particolato (PM), le aldeidi, i metalli e i composti organici.

“In termini di PM e BC, le EC emettono quantità solo trascurabili, mentre le iQOS 60, 75 e 100 volte meno rispettivamente per PM10, PM2,5, PM1 e 140 volte meno per il BC – spiega il Dott. Roberto Boffi. “Le aldeidi sono presenti in misura più significativa sia nelle iQOS sia nelle EC, anche se con valori inferiori rispetto alla sigaretta tradizionale. Per quanto riguarda i metalli, le EC mostrano livelli di nichel maggiori di 4 volte rispetto alle sigarette tradizionali e concentrazioni minime di cromo, assenti invece nelle sigarette e nelle iQOS; le iQOS mostrano però elevati livelli di stagno, non riscontrati nelle CC e nelle EC. Per quanto riguarda i composti organici, invece, gli IPA son risultati assenti sia nelle EC sia nelle iQOS; nelle iQOS sono presenti alcani e acidi organici, ma in misura molto minore rispetto alle CC, peraltro assenti nelle EC.”

e-cig e IQOS vanno usate con cautela

Cosa emerge in sostanza da questi dati? Nonostante sigarette elettroniche e iQOS abbiano più basse emissioni di sostanze tossiche rispetto alle quelle tradizionali, questi dispositivi possono comunque emettere livelli statisticamente significativi di metalli, composti organici e aldeidi, che devono quindi per questo motivo essere utilizzati con cautela. Il loro uso infatti desta preoccupazione in caso di esposizione soprattutto da parte di bambini, pazienti asmatici, anziani e donne incinte.

“In conclusione, secondo i nostri dati sembra opportuno porre il divieto assoluto dell’utilizzo di tali dispositivi al chiuso, in ambienti lavorativi e luoghi pubblici, al fine di salvaguardare la salute di tutti” – conclude il dott. Boffi.

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