Arriva dagli Stati Uniti la clamorosa smentita sugli effetti positivi di vino e cacao sull’organismo, che sono stati di recente oggetto di numerose ricerche finalizzate a dimostrarne ed esaltarne invece le benefiche proprietà.
Su cacao e vino si è detto di tutto: sembra che un bicchiere di vino al giorno sia un efficace elisir di lunga vita, aiuti a prevenire il diabete di tipo 2 e curi persino la depressione. Numerosissimi anche gli studi volti a nobilitare gli effetti positivi del cacao: i flavonoidi in esso contenuti aiuterebbero infatti a ripristinare la flessibilità dei vasi sanguigni, proteggendo il cuore; ma sarebbero preziosi alleati anche nel combattere il diabete di tipo 2; inoltre, in controtendenza con l’opinione comunemente diffusa che il cioccolato faccia ingrassare, sembra che gli antiossidanti presenti nella sua composizione aiuterebbero addirittura a mantenere la forma fisica. Sarebbero talmente numerosi i benefici apportati dal cioccolato che alcuni ricercatori del Brigham and Women Hospital di Boston hanno persino pensato di condurre una sperimentazione per produrre ‘pillole al cioccolato’ a base di flavonoidi, per la prevenzione di infarto e ictus.

I dati e la smentita 

Lo studio condotto da un team della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, guidato da  Richard D. Semba, smentisce invece le presunte proprietà benefiche legate al polifenolo presente in alcuni alimenti, quali il cioccolato, l’uva e il vino rosso, su malattie come Parkinson, Huntington,  Alzheimer e ischemia cerebrale.

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La ricerca si è basata sull’analisi dei livelli di resveratolo rilevati nei campioni di urina di 783 donne e uomini con oltre 65 anni di età, che facevano parte di uno studio sull’invecchiamento condotto nell’area del Chianti fra il 1998 e il 2009; i ricercatori hanno constatato la morte di 268 partecipanti, ovvero il 34,3 per cento. Dei 639 che non presentavano malattie cardiovascolari, 174 ne avevano sviluppata almeno una nel corso dello studio, pari al 27,2 per cento e dei 734 partecipanti senza cancro, il 4,6 per cento ne aveva sviluppato uno durante lo studio. I risultati hanno mostrato che i livelli di resveratrolo presenti nei partecipanti non hanno quindi inciso sulle percentuali.

Questione controversa 

Tuttavia tra gli scienziati non c’è accordo sulla questione, dato che uno studio della Zhengzhou University pubblicato su Nature Regeneration Research ha invece dimostrato gli effetti benefici del resveratrolo su diverse malattie senili gravi.

Questo particolare polifenolo, presente all’interno della buccia dell’uva nera e di conseguenza anche nel vino rosso, sembra che sia stato responsabile del miglioramento delle capacità di apprendimento e della memoria in un gruppo di ratti affetti da demenza vascolare, della riduzione dei livelli di malonildialdeide (MDA), e dello stimolo di una maggiore attività della superossido dismutasi e di maggiori livelli di glutatione nell’ippocampo e nella corteccia cerebrale.

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Anche lo studio condotto dall’università di Maastricht pubblicato su Cell Metabolism va in questa direzione: il resveratrolo assunto in un quantitativo di 150 mg al giorno avrebbe anche un’azione protettiva nei confronti di malattie cardiologiche e ridurrebbe i processi di steatosi epatica. Una questione spinosa, dunque, su cui ci sarà sicuramente ancora da dibattere nel mondo scientifico.