Hacker di aerei: non è solo leggenda

Chris Roberts avrebbe preso il controllo di decine di velivoli nel corso di tre anni grazie a falle nel Wi-Fi e nel sistema di intrattenimento di bordo

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Spesso gli esperti di sicurezza hanno alzato il dito contro le infrastrutture wireless presenti sui moderni aerei. Wi-Fi, collegamenti alla rete locale, media server e sistemi di intrattenimento offerti dalle compagnie aeree sarebbero una porta privilegiata per gli hacker, in grado di compiere danni irreparabili alla linea di rotto del velivolo. Il problema è che quando avvisi del genere restano teorici in molti non si rendono conto dell’evidente gravità qualora venissero attuati sul serio. Forse qualcosa cambierà da quando l’FBI ha scoperto che un solo hacker, nel corso di tre anni, ha preso il controllo di 15-20 aerei mentre ci viaggiava su, con una tecnica che ha svelato lui stesso all’FBI.

Pochi click per una violazione

Si perché al termine di uno dei suo voli, precisamente quello che il 15 aprile lo aveva portato da Chicago a Syracuse, Roberts, esperto di cyber-sicurezza, aveva trovato l’FBI a fargli un paio di domande, evidentemente incuriosite da un suo tweet che lasciava intendere la violazione appena compiuta. Roberts ha spiegato di aver hackerato decine di voli sin dal 2011, probabilmente con un computer portatile e una penna USB, la stessa che gli agenti li avevano trovato addosso all’atterraggio a Syracuse. L’intento non pare sia stato quello di causare incidenti ma solo di verificare le misure di sicurezza cibernetiche degli aerei, evidentemente assenti. Basti pensare che lui stesso ha affermato di essere riuscito a prendere il controllo di un motore di un aereo infiltrandosi nei sistemi di pilotaggio. In quel caso aveva dato prova della sua bravata impartendo al mezzo la stringa “Clb” ovvero “climb” con cui l’aereo aveva preso quota spostandosi su uno dei lati. A quanto pare gli aerei più a rischio sarebbero alcuni modelli di Boeing e uno di Airbus oltre alle reti di intrattenimento a disposizione dei viaggiatori, anch’esse vittime dell’hacker. A questo punto si affacciano nuove ipotesi su alcuni misteri legati ai cieli come la scomparsa del volo della Malaysian Airlines MH370, uscito dai radar l’8 marzo 2014 e mai più rintracciato.

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