Fortinet, cybersecurity completa dall’IoT al cloud

filippo monticelli fortinet

Con l’architettura Security Fabric una protezione completa dalle minacce in continua evoluzione e aperta anche alle componenti di terze parti per massimi livelli di integrazione

Tra minacce e sicurezza la partita è sempre aperta. Ma chi si occupa di security non sta a guardare. «Rispetto agli anni scorsi c’è stata un’accelerazione dei tempi, da ambo le parti: la tipologia degli attacchi si evolve in continuazione, e la loro frequenza si è infittita, nonostante se ne parli ancora troppo poco, in quanto sono solo le violazioni su larga scala a fare notizia», conferma a Data Manager Filippo Monticelli, Country Manager per l’Italia di Fortinet, spiegando che anche i vendor hanno modificato i ritmi con cui realizzano nuove tecnologie o soluzioni per contrastare le minacce.

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Scenario in evoluzione

Minacce che cambiano in continuazione, anche «per la presenza di broker di hackering o altre organizzazioni criminali che hanno ormai formato un vero e proprio ecosistema del cybercrimine molto strutturato», prosegue Monticelli. Anche un meccanismo molto conosciuto, come quello del phishing, risulta tuttora difficile da estirpare a causa «della rapidità di mutazione del malware e delle tipologie di attacco: se solo tre o quattro anni fa i malware avevano poche varianti, oggi sono più rapidi di alcuni ordini di grandezza, in termini sia di varianti sia di mutazione», sottolinea Monticelli. Ma il dito va puntato anche su un altro aspetto rilevante nello scenario della security di questi ultimi tempi, quello della protezione del perimetro: «Oggi il perimetro aziendale è un concetto superato, in quanto i perimetri classici non esistono più, dato che tra cloud, wireless e mobility, le superfici di possibile attacco si sono decisamente moltiplicate», spiega Monticelli, facendo notare la necessità di «segmentare gli utenti e le applicazioni, per arginare le proliferazioni di malware e botnet».

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Framework di soluzioni

È su questo scenario che si inserisce il nuovo approccio di Fortinet, che è quello di «creare un framework di infrastrutture e di soluzioni, con una sorta di tessuto, appunto di ‘fabric’ in inglese, sul quale si possono appoggiare componenti, anche di terze parti, che operano tra loro in maniera collaborativa», racconta Monticelli. FSF, ovvero Fortinet Security Fabric, è appunto la denominazione della soluzione, costituita da un approccio architetturale che rappresenta il collante del fabric, che permette alle applicazioni di dialogare tra loro e di creare una sorta di ombrello end-to-end che protegge tutte le transazioni, a partire dal client fino al data center.

Cinque attributi fondamentali

Più in dettaglio, «il Security Fabric di Fortinet riunisce i classici sistemi autonomi in un’unica architettura, progettata su cinque attributi fondamentali: scalabilità, conoscenza, sicurezza, azionabilità e apertura», fanno notare in Fortinet, spiegando anche che «per individuare e bloccare le minacce in rete, il Security Fabric non necessita solo di poter scalare in modo dinamico per soddisfare le richieste di volumi e prestazioni, ma deve farlo anche lateralmente per una protezione continua e capillare». È anche per questo che Fortinet mette a disposizione soluzioni che coprono ogni punto dell’infrastruttura, comprese le reti cablate e wireless, i dispositivi personali e di tipo IoT, i livelli di accesso, i modelli di cloud pubblico o ibrido, le reti software defined e la virtualizzazione.

Massima integrazione

«Quello del Security Fabric è un concetto che rappresenta un’evoluzione in continuità con la vision tipica di Fortinet, alla quale abbiamo oggi aggiunto l’ulteriore livello della collaborazione delle soluzioni, che permette di innalzare il livello di sicurezza anche in modo flessibile e graduale rendendo semplice ed efficace anche l’integrazione con altri brand», conclude Filippo Monticelli.

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