Verso la smart home, occhio ai rischi connessi

Donetti Emanuela_Urbano Creativo

Il mercato degli IoT domestici è in pieno sviluppo. Dalle soluzioni di machine learning in cloud ai dispositivi fisici per un insieme di possibilità al servizio della smart home

Vi ricordate quel cartone animato di Hanna-Barbera in cui si raccontavano le avventure della famiglia Jetson? Nota al pubblico italiano come I Pronipoti, la serie era stata disegnata – pensate – nel 1962, ricalcando il modello degli Antenati (I Flintstones) in versione futuristica. Ecco. Oggi, la casa automatizzata dei Jetsons non solo è possibile, ma anche a portata di portafoglio. Ma partiamo dall’inizio. Innanzitutto, bsogna pianificare bene l’investimento, in modo da evitare di esporsi inutilmente a rischi o problemi, e trovarsi ad avere a che fare con hacker che invece di un innocuo scherzo telefonico, ci chiudono la macchina in garage e ci chiedono il riscatto. Non ci credete? Nel luglio 2015, e in via del tutto sperimentale, due esperti di Security Intelligence che avevano lavorato con IBM, e con l’Agenzia statunitense per la Sicurezza Nazionale – Charlie Miller e Chris Valasek – hanno mostrato come sia possibile hackerare un SUV Jeep, passando attraverso la vulnerabilità del firmware di sistema, sfruttando il protocollo del provider di rete. I due, dopo aver lavorato per UBER e Didi ai progetti di automobile autonoma, oggi lavorano per General Motors al progetto Cruise. Oggi, il mercato degli IoT domestici è in pieno sviluppo. Spuntano soluzioni per la videosorveglianza, l’automazione di porte, finestre, forni, fornelli, caldaie e chi più ne ha più ne metta.

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Gli studi ci dicono che ogni famiglia italiana destina in media 500 euro all’anno (elaborazione Ufficio Studi Confcommercio su dati Eurostat e Istat) per il rinnovo della propria casa, comprese le spese per piccole ristrutturazioni. Possiamo quindi immaginarci che ogni anno una famiglia possa scegliere qualche soluzione smart da integrare alla propria home per renderla più “smart”. Ad Alexa, Google Home, Apple Home Kit e Samsung Smart Things, si aggiungono lampadine, spine elettriche, videocamere e così via. Ogni “cosa” che viene introdotta sul mercato adesso ha la sua versione “smart”. Tra pochissimi anni le nostre case saranno probabilmente più intelligenti e autonome di noi.

Prima di innamorarsi di questa automatizzazione dei servizi dobbiamo però porci qualche domanda davvero “smart”. Il primo consiglio è quello di chiederci cosa ha veramente senso automatizzare, e cosa fare come prima cosa. Innanzitutto, tutta questa tecnologia si connette a prese elettriche, e secondariamente si collega alla rete in Wi-Fi. Quindi, la prima domanda da porsi è: dove si trova la presa di corrente più vicina? E la seconda: com’è la qualità della connessione? E poi: la casa è grande? Ci sono molte stanze? I muri sono particolarmente spessi? Meglio pensare a ripetitori di rete, che diffondano meglio la connessione Wi-Fi offerta dal router fibra o ADSL. E per la corrente elettrica attenzione ai collegamenti: per rendere tutto autonomo e collegato state ricorrendo a multiprese e alle cosiddette ciabatte multiple? Fate attenzione che siano a prova di sovraccarico elettrico sia in entrata che in uscita, e che non stiate in realtà costruendo un modo più veloce per causare un principio di incendio in casa. E poi ancora, quale servizio potete collegare a questi “cervelli” centrali?

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Se siete un manager single sempre in giro per il mondo, e state cercando una soluzione “smart” per accendere la caffettiera appena suona la sveglia, potete ricorrere a servizi come IFTTT che aiutano a ridurre le barriere “linguistiche” tra sistemi, e che sono davvero semplici da usare. Vi basterà connettervi al sito IFTTT (letteralmente, if this than that… ), un servizio Internet gratuito che consente di automatizzare un’infinità di processi. IFTTT è un servizio di “cucina”, che permette di creare delle “ricette” che collegano protocolli e servizi differenti. IFTTT interagisce con i maggiori “cervelli” di domotica come Alexa, Google Home, e tutti gli altri sistemi verticali come WeMo o Nest. Quindi, si potrà programmare una ricetta che invia un messaggio appena il gatto esce dalla finestra e un’altra che consente di accendere il riscaldamento appena partiti dall’ufficio. L’unico limite è quello della fantasia. O quello della password del vostro Wi-Fi.

Emanuela Donetti @urbanocreativo