Huawei contro USA, a che punto siamo

Huawei, altri dieci anni difficili secondo il fondatore

Dopo la denuncia per incostituzionalità, la battaglia tra governo e compagnia si fa davvero pesante

La scorsa settimana, Huawei ha ufficializzato l’avvio per la procedura di denuncia contro il governo degli Stati Uniti. Il motivo? Washington non può impedire che i suoi prodotti vengano venduti all’interno del paese, senza prove certe di uno o più problemi di sicurezza nazionale. Nel corso di una conferenza stampa, la compagnia ha annunciato che avrebbe intentato una causa in un tribunale del Texas, rivendicando un risarcimento nei confronti degli States per quello che ha definito un divieto “illegale”. Di cosa si tratta?

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Nel 2018 le agenzie federali hanno ricevuto l’obbligo di sbarazzarsi di prodotti Huawei, come parte del National Defense Authorization Act. In primo luogo l’interesse è caduto sui dispositivi ad uso personale ma la questione si è poi allargata a reti e infrastrutture. Tanto che un “consiglio” da parte del Dipartimento del Commercio Usa ha espressamente vietato agli operatori americani di avere in portafoglio telefonini e altri gingilli hi-tech del marchio.

Cosa succede adesso in Huawei

Il disegno di legge che pone il veto, firmato da Donald Trump, è lo stesso che ha portato ZTE ai margini della bancarotta, prima di un accordo di negoziazione di 1 miliardo di dollari, a beneficio del Ministero del Tesoro. Si arriverà a questo punto, ovvero ad una risoluzione del caso dietro l’esborso di cifre nemmeno immaginabili? In questo caso sembrerebbe proprio di no: ”Il Congresso degli Stati Uniti ha ripetutamente omesso di produrre prove per supportare le restrizioni sui prodotti Huawei – aveva affermato il chairman della compagnia – siamo obbligati a prendere questa azione legale come una vera e propria ultima risorsa”.

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Huawei si sta tuffando in un gioco rischioso: presentando la causa, ha effettivamente sfidato il Senato a prendere una posizione concreta sul rischio delle backdoor nelle attrezzature già presenti nel paese, da anni. Ogni mossa della politica dovrà essere supportata da evidenze, senza le quali saranno tutte chiacchiere, ancora una volta. Finora, nessuno ha trovato alcuna prova del collegamento o delle vulnerabilità al centro dell’attenzione, e dunque il nome più grosso di Shenzen pensa fortemente che la mossa non solo gli consentirà di accedere al mercato statunitense ma renderà anche più difficile per gli altri paesi boicottare le sue apparecchiature per il 5G.