Huawei, nuovi dettagli sullo store di app

Huawei, altri dieci anni difficili secondo il fondatore

A seguito del ban voluto da Trump e seguito da Google, Huawei avrebbe già in cantiere uno store alternativo di app, ecco come

Dopo il blocco dei servizi voluto da Google, che ha messo in pratica il bando con l’ordine esecutivo di Donald Trump, Huawei si trova ad un incrocio, dal quale si muoverà molto in fretta. Da una parte la realizzazione di un proprio sistema operativo, a sostituzione di Android, dall’altro, l’avvento di un store di app, che dovrà sopperire alla mancanza del Play Store. Sfida difficile ma non impossibile, visto che già in Cina le G Apps sono vietate e qualcosa di simile, in quanto a negozio, c’è già.

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L’idea di Huawei è dunque quella di globalizzare l’AppGallery, e un rapporto di Bloomberg indica di come stia attualmente cercando di convincere gli sviluppatori a inserirci dentro software esclusivi, per valorizzarla ancora di più a livello internazionale. Del resto, se la cinese intende continuare a incrementare il proprio successo, dovrà fare qualcosa in più per “de-orientalizzare” il marchio.

Cosa sappiamo

Pare che il produttore sia al lavoro per convincere sviluppatori indipendenti e software house a realizzare nuovi esclusivi titoli per la sua piattaforma; In questo modo potrà utilizzarle anche nel difficile marcato cinese a e allo stesso modo rinforzare l’immagine di compagnia all’avanguardia. L’intenzione sarebbe di rilasciare una sorta di SDK, un kit di sviluppo, utile per convertire le app già esistenti per Android e iOS in software compatibili con il sistema operativo casalingo di prossima fattura. Un progetto simile a quanto fatto anni fa da Microsoft, per le Universal App, che avevano, ahimè, come fulcro centrale Windows Phone, poi andato in rovina. Nelle corde di Huawei c’è certamente l’opportunità di seguire tale strada, seppur non priva di sfide e difficoltà.

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