QVC Italia, l’evoluzione dello shopping passa anche per l’IT

QVC Italia, l’evoluzione dello shopping passa anche per l’IT

Paolo Penati, AD di QVC Italia, ci racconta il progetto QVC Next a supporto delle startup e all’idea di innovazione omnichannel

QVC è la piattaforma multimediale che unisce TV, digital, mobile e social media per un’esperienza di shopping che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo, Italia compresa. In che modo l’azienda fa propri i paradigmi dell’innovazione? Lo abbiamo chiesto a Paolo Penati, amministratore delegato di QVC Italia.

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«Quando parliamo di trasformazione digitale, ci sono due percorsi che seguiamo con dedizione: quello più generale del “fare” innovazione e uno più tecnico, decisamente IT. Partendo dal primo, tutto si ricollega a QVC Next. Si tratta di un programma che mira ad aiutare le startup a raggiungere il grande pubblico. Lo fa mettendo a loro disposizione un network di comunicazione che, su rete digitale e satellitare, copre tutto il Paese».

Nella pratica, attraverso vari incontri e roadshow, il team specializzato di QVC Italia incontra le idee più innovative e studia con loro percorsi eventuali di finalizzazione dei progetti e, soprattutto, la commercializzazione. In questo modo, si riduce nettamente quella che fino a ieri era stata la filiera tradizionale delle startup che, dopo la fase di incubazione, vanno spesso incontro alle difficoltà di proporsi in maniera adeguata al mercato. In questo, QVC non solo fa da trampolino di lancio ma anche da consulente, qualora individui nei prodotti delle potenzialità ottime ma non del tutto sfruttate, per un messaggio di marketing non veicolato a dovere o con poca forza.

«Il punto differenziale rispetto a ciò che si vede in giro è che l’obiettivo posto da QVC è quello di far vendere questi prodotti a chi li ha creati e realizzati, dunque senza fare troppi giri il momento culmine è quello della fattibilità della vendita, il cui risultato ci è subito dinanzi agli occhi poco dopo la trasmissione in diretta». Giusto per fare un esempio, il modus operandi è il seguente: dopo l’approvazione di QVC a commercializzare un certo oggetto, che si tratti di un capo di abbigliamento o di un accessorio hi-tech, in studio un responsabile dello stesso, magari chi lo ha inventato, si accompagna a un presenter che, nelle veci di spettatore a casa, fa tutte le domande del caso, cercando di colmare i dubbi principali che possono giungere a un teorico acquirente. Già durante il live, i tecnici dietro le quinte saggiano il sentiment dei clienti, analizzando le vendite e gli eventuali messaggi da esplicare meglio, per far capire un aspetto particolare che emerge come necessità. Alla fine della giornata, QVC può tirare dei risultati sommari, ottimizzando così lo show successivo.

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Una simile idea di business strategy è alla base del tour che QVC Next ha intrapreso con B Heroes, il progetto di mentoring e accelerazione per aziende avviato da Fabio Cannavale. L’iniziativa, partita a maggio e che andrà avanti sino a inizio ottobre, va alla ricerca dei talenti emergenti italiani, delle start up che avranno l’opportunità di raccontare il proprio progetto dinanzi a esperti, tra i quali il Team QVC Next.

Il secondo percorso di innovazione seguito da QVC Italia è quello più propriamente IT. Ancora Penati: «Nel modello del gruppo vi è l’interesse non solo per l’innovazione di prodotto ma anche di processo. Ad esempio, per migliorare la gestione delle campagne di marketing o dei test sul sito abbiamo integrato dei programmi proposti proprio da alcune startup. Dove individuiamo le competenze, anche specifiche, che ci permettono di velocizzare i flussi, le facciamo nostre. Siamo nati da meno di dieci anni quindi siamo già, sin dall’arrivo in Italia, votati all’informatica e al digitale. Forse questo ci ha permesso di avere sempre un occhio attento alle nuove tecnologie e al modo con cui cambia il mondo che ci circonda, permeandolo e lasciandoci permeare dalle evoluzioni».