STEM alliance. La robotica a scuola

Azione, senso, calcolo e autonomia. Non chiamate robot una lavastoviglie

Competenze per l’industria. I sistemi educativi svolgono un ruolo chiave nella rapida transizione del mercato del lavoro. La robotica nelle scuole per essere pronti al futuro

Recentemente, il DG Internal Market, Industry, Entrepreneurship and SMEs (DG GROW) della Commissione Europea ha organizzato due seminari, uno a Pori, in Finlandia (11/10/2019) e uno a Bruxelles (23/01/2020), per promuovere l’innovazione nell’insegnamento e nell’apprendimento e rivolto ai ministeri europei dell’Istruzione, alle scuole, agli insegnanti, ai ricercatori e ai partner industriali. L’iniziativa fa parte della STEM Alliance. I lavori hanno coinvolto e sono stati promossi dalla European Schoolnet, la rete di 34 ministeri dell’Istruzione europei. Tra il centinaio di partecipanti a Bruxelles, professionisti dell’industria, uffici della stessa Commissione Europea, i rappresentanti dei sistemi educativi degli Stati membri, gli insegnanti e altri ancora, interessati a portare la robotica educativa nelle scuole. Per l’Italia, l’associazione Scuola di Robotica.

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È stato sottolineato come i sistemi educativi svolgano un ruolo chiave nella rapida transizione del mercato del lavoro e che l’innovazione nella didattica in ogni ordine e grado è essenziale per proporre programmi di studio adeguati al mondo delle professioni. È importante superare l’attuale barriera tra istruzione e impresa,  e in questo i progetti di impiego della robotica educativa dall’infanzia alle scuole superiori – in programma in tutta Europa – stanno svolgendo il ruolo di innovazione e sostegno alle STEM, aiutando a preparare gli studenti a un mondo in cui l’automazione sarà sempre più onnipresente.

Infatti, lo studio e il lavoro sui robot costituiscono attività socialmente interattive e che stimolano il pensiero creativo; promuovono il processo di decision making; favoriscono il pensiero critico, sviluppano la capacità di problem solving; accrescono il senso di responsabilità e l’autostima; rafforzano la capacità di lavorare per ottenere un obiettivo; sviluppano il pensiero logico e la capacità di correlazione.

In Italia, il Piano Nazionale Scuola Digitale, un progetto fondamentale della riforma “La Buona Scuola” (legge 107/2015), ha promosso la robotica educativa come una metodologia innovativa per tutti i cicli scolastici, da impiegarsi non per introdurre “l’ora di robotica” ma per utilizzare i robot per una profonda innovazione nella didattica in tutti i livelli scolastici. Per esempio, in molte scuole nel mondo sono stati introdotti progetti di coding mediante Scratch, un software semplice per imparare a programmare un robot: un’esperienza accessibile anche a bambini e bambine di 5 anni. Imparare a scrivere codice fin da piccoli aiuta infatti ad avere un maggior controllo e una conoscenza attiva dei dispositivi digitali da cui tutti dipendiamo.

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Inoltre, nelle scuole europee si stanno svolgendo diversi tipi di gare di robotica educativa, dalla FIRST LEGO League alle Olimpiadi di Robotica, dalla NAO Challenge alla RoboCup Jr. e Senior. Partecipando a questi contest, che permettono anche a bambine e bambini della scuola primaria di sviluppare interessi verso le scienze e l’ingegneria, gli studenti iniziano a lavorare mediante la robotica su progetti in simulazione, dedicati a temi reali come la sostenibilità, il riciclaggio dei rifiuti, il sostegno alle disabilità, e così via.

Come sottolineano tutti gli studi sul mercato del lavoro, da Eurobarometro al Rapporto Kinsey, in Europa mancano tra un milione e un milione e mezzo di tecnici ed esperti di sistemi digitali. Per questo, i progetti di robotica educativa nelle scuole possono colmare il divario tra una scuola ancor troppo tradizionale e la necessaria sperimentazione sui nuovi strumenti di cui gli studenti hanno bisogno.


Gianmarco Veruggio scienziato robotico – www.veruggio.it