Diari di guerra inglesi on-line per il centenario del primo conflitto mondiale

Le iniziative dei National Archives, dell’Imperial War Museum e di Zooniverse per digitalizzare e condividere milioni di documenti

Quest’anno il Regno Unito commemora il centenario dell’inizio della Grande Guerra, iniziata appunto cento anni fa per lo UK. Le iniziative previste sono molte, ma tra di esse ve ne sono alcune che riguardano in particolare il mondo digitale. I National Archives di Londra, gli archivi ufficiali del governo inglese che conservano mille anni di memoria storica di un popolo, posseggono un milione e mezzo di pagine tratte dai diari ufficiali delle unità inglesi che hanno combattuto in Francia e Belgio. Circa 300.000 pagine sono già state digitalizzate e pubblicate sul sito degli Archivi, come “memoria perenne di coloro che hanno combattuto e sono morti per servire il loro Paese”, spiega William Spencer, esperto di storia militare degli Archivi. Si tratta di documenti che le unità al fronte erano tenute a redigere su base quotidiana e il cui scopo era di servire sia come fonti per la storiografia ufficiale post-bellica, che come riferimenti per migliorare l’efficienza e l’organizzazione delle forze armate. Il contenuto è molto vario: si va da report sulle operazioni, alle perdite in battaglia, da materiale d’intelligence fino alle attività di addestramento e altre informazioni. Alcuni diari riportano dettagli sui singoli che si sono distinti in combattimento ricevendo decorazioni come la Military Medal e la Meritorious Service Medal. I materiali sono scaricabili dietro pagamento di una piccola somma a titolo di “rimborso spese per il processo di digitalizzazione, che gli Archivi conducono non a scopo di lucro”, sottolinea Spencer.

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Memorie dall’inizio della guerra

Il gruppo iniziale di 1.944 documenti racconta la vita al fronte delle prime tre divisioni di cavalleria e delle prime sette di fanteria dell’esercito inglese, che facevano parte delle unità subito schierate in Francia e nelle Fiandre dallo scoppio del conflitto. Il primo gruppo dei diari include anche le unità del 4° Dragoon Guards e del 5° Royal Irish Lancers, dove prestò servizio l’ultimo soldato inglese ucciso alla fine delle ostilità, George Edwin Ellison. Finora, l’opera di digitalizzazione di questo immenso patrimonio è stato svolto da venticinque volontari degli Archivi, tra gennaio e dicembre dello scorso anno. Il lavoro comunque continuerà per il periodo delle celebrazioni.

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Il fronte interno e le richieste di esenzione

Ma gli archivi nazionali hanno anche digitalizzato e pubblicato on-line le richieste di esenzione dalla leva di circa 8.000 uomini, che nel periodo della Grande Guerra si appellarono al Tribunale del Middlesex. Questi documenti sono importanti per svelare quale impatto ebbe la guerra sul fronte domestico, ovvero la famiglia, il lavoro e la comunità di appartenenza. Era possibile appellarsi per un’esenzione totale, parziale o temporale, sulla base di motivi finanziari, di malattia o infermità, obiezione di coscienza e altre ragioni. Nella maggior parte dei casi, le richieste furono respinte. Tra le storie che sono emerse dai materiali degli archivi, quella di John Gordon Shallis. Perse in guerra quattro fratelli, mentre il padre era in servizio presso la Territorial Force e la madre era malata. Sulla base di queste evidenze familiari, Shallis venne esonerato dal combattere al fronte e poté continuare il suo lavoro nell’industria militare. Diverso il caso di Charles Rubens Busby, proprietario di una bottega di macelleria a Cricklewood, che si appellò sulla base di circostanze finanziarie e ottenne un rinvio di leva. Tuttavia, la comunità locale protestò e il tribunale del Middlesex ricevette addirittura una lettera anonima da parte di un residente del borgo, che si domandava perché tanti altri nella stessa situazione di Busby erano invece stati obbligati a chiudere la loro attività e andare in guerra. Tra il 1917 e il 1918, Busby prestò servizio nella Royal Navy e nella Royal Air Force.

 

 

Per non dimenticare: un “memoriale digitale permanente”

Un altro progetto collegato a quello dei National Archives, frutto di una partnership tra gli Archivi stessi, l’Imperial War Museum e Zooniverse, è la “Operation War Diary”, una sorta di “operazione” storico-culturale per volontari, finalizzata alla scoperta e catalogazione dei dettagli più significativi contenuti nei diari. Ad ogni volontario viene assegnato un segmento di diario, del quale deve taggare informazioni relative a nomi, luoghi ed eventi, rendendo questo ulteriore patrimonio informativo disponibile agli Archivi Nazionali per completare i cataloghi dei diari delle varie unità. “L’idea è di consentire non solo agli storici, ma a tutto il pubblico degli interessati di rintracciare notizie su parenti che hanno combattuto nella Grande Guerra”. Infine, i dati ottenuti grazie a queste iniziative confluiranno anche nel progetto dell’Imperial War Museum, “Lives of the First World War”, una piattaforma che consentirà a chiunque di pubblicare e condividere foto e altri materiali di coloro che prestarono servizio. Si vuole con ciò costruire un “memoriale digitale permanente” in onore dei milioni di uomini e donne di tutto il Commonwealth che vissero la Prima Guerra Mondiale sulla loro pelle, pagandone il prezzo al fronte o nella vita domestica. “Salvare le loro storie in formato digitale significa perpetuarne la memoria per sempre, e aprire nuovi spazi di dibattito e collaborazione con un pubblico globale”, conclude Spencer.

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