Ecco com’era l’Universo nei primi anni di vita

L’Esa ha fotografato per la prima volta il fondo cosmico a microonde generato subito dopo il Big Bang

Il telescopio Planck dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha in progetto di realizzare basi lunari con stampanti 3D, è riuscito a trasferire in immagini le radiazioni a microonde generate alla nascita dell’Universo, subito dopo il Big Bang.

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Le foto dell’Universo “appena” nato

Le immagini catturate da Planck ritraggono l’aspetto che doveva avere l’Universo, che ha 13,7 miliardi di vita, “subito” dopo la sua nascita, circa 380mila anni fa. All’epoca il creato aveva una consistenza simile al plasma, composta da protoni, elettroni e fotoni. Quando i primi due si sono fusi a creare i primi atomi di idrogeno, i fotoni hanno potuto disperdersi fino a raggiungere la lunghezza d’onda delle microonde e diventare così la radiazione cosmica di fondo fotograta da Planck. All’interno del CMB (cosmic microwave background) si riconoscono fluttuazioni di temperatura che corrispondono a zone di densità diversa che costituiranno poi i nuclei di stelle, pianeti e le galassie.

Una nuova fisica

Le immagini scattate da Planck aprono ora nuovi interrogativi. Sono state infatti registrate alcune anomalie che non sono spiegabili attraverso la fisica e il modello del cosmo attuali. “La straordinaria qualità del ritratto dell’Universo neonato ottenuto da Planck ci permette di rimuovere uno a uno i suoi strati fino alle fondamenta. E quel che ne emerge è che il nostro modello del cosmo è ben lungi dall’essere completo. Un risultato reso possibile grazie a tecnologie uniche, sviluppate ad hoc dall’industria europea”, ha spiegato Jean-Jacques Dordain, Direttore Generale dell’Esa. “La rilevazione di queste anomalie da parte di Planck scioglie ogni dubbio circa la loro realtà. Non è più possibile attribuirle a errori introdotti dalle misure: ci sono davvero. Ora dobbiamo riuscire a spiegarle in modo convincente”, ha concluso Paolo Natoli professore al dipartimento di Fisica e Scienze della Terra presso l’Università degli Studi di Ferrara.

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