Social bubble o vero mercato?

Una nuova bolla finanziaria? Nonostante da più parti si manifesti una certa diffidenza in merito alla concentrazione di investimenti nelle internet companies che in questi ultimi 5 anni hanno cambiato in modo radicale le modalità di accesso e condivisione in rete delle informazioni, in primis social media come Facebook, Twitter e Linkedin, si è sempre più convinti che nulla di quello che accade oggi presenti aspetti simili a quelli che avevano generato l’Internet bubble dei primi anni duemila.

I ricavi esistono e i modelli di business sono credibili. In base alle indiscrezioni che si rincorrono sulla rete il valore di Facebook è stimato in una cifra compresa tra i 60 e i 75 miliardi di dollari. Nessuna delle aziende emerse nell’era post Google è ancora quotata in borsa, ma nel corso dei prossimi anni le dinamiche di queste aziende usciranno dall’ombra e gli investimenti privati si tradurranno in valore finanziario di public companies.

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Il tratto distintivo della nuova concentrazione di investimenti è la dimensione del mercato, in prevalenza focalizzata sul segmento consumer. Non vi sono grandi manovre sulla componente enterprise. Non che su questo versante non siano emerse startup di valore, ma l’ordine di grandezza degli investimenti gioca nettamente a favore delle aziende che si muovono sull’onda lunga dei social network.

Tra queste si può per esempio citare Zynga, società con sede in San Francisco che sviluppa videogiochi per browser Internet e su piattaforme social come Facebook e MySpace. Fondata nel 2008 Zynga riuscì a contare su un investimento iniziale di 29 milioni di dollari e nel giro di due anni le cifre che ruotano attorno al social maker sono oggi dell’ordine di 10 miliardi di dollari.

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E’ tuttavia interessante notare come l’evoluzione nel mondo consumer costituisca sempre più spesso il fondamento di nuove iniziative sul fronte enterprise. Un esempio è quello di Cloudera che ha sviluppato una soluzione basata sul software open source Hadoop, framework di elaborazione distribuita utilizzato con successo da Yahoo, Google, Facebook e Amazon. La tecnologia Cloudera si inserisce a pieno titolo nell’ambito del mercato della business intelligence e, nello specifico, nel trattamento di grandi volumi di dati. Un settore che fa riferimento a quello che in gergo corrente viene etichettato come Big Data. Il tutto interpretato nella formula cloud, ovvero servizi erogati via internet.