Google: Waze è tuo

Big G si aggiudica le mappe social per quasi 1,1 miliardi di dollari. Ecco i quattro motivi per cui lo ha fatto

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Dopo le voci che lo davano saldamente nelle mani di Facebook, Waze è invece stata acquisita da Google in un’operazione degna del miglior Raiola (o Moggi decidete voi). Con una somma pari a 1,03 miliardi di dollari ieri la società di Mountain View si è assicurata i ben 45 milioni di utenti di Waze, potendoli unire a quelli della piattaforma Google (Maps in primis). Ma cosa c’è dietro un’acquisizione del genere?

Motivo numero 1: mercato emergente

Waze attualmente conta su 110 dipendenti. Come osserva Mashable, non si può fare quello che fa Waze con un numero minore perciò Google dovrebbe mantenere la stessa struttura. Dalla Forrester Research ammettono come il settore delle mappe sia molto difficile ma anche poco competitivo. Chi può vantare oggi un simile potenziale come quello di Google?

Motivo numero 2: Google non ha (aveva) una rete sociale forte

Lungi dal riprendere il vecchio dibattito di chi preferisce Google+ a Facebook, è un dato di fatto che Big G non abbia la stessa base di utenti social che vanta il concorrente blu. Con Waze le cose cambieranno, soprattutto quando (ovviamente) si accederà alle mappe social con l’account Google. Twitter e Zuck dovrebbero cominciare a preoccuparsi sul serio adesso.

Motivo numero 3: Le mappe sono il futuro

Sempre secondo Forrester, i servizi di mappe sono quello che in passato è stata l’invenzione delle email o dei browser web. Oggi chiunque abbia un accesso al web ha, almeno una volta, controllato una mappa. Perché non dovrebbe farlo con un account Google?

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Motivo numero 4: La miglior difesa è l’attacco

Come è noto, Apple ha fatto un passo falso immenso con il fail delle sue Mappe. Google Maps ha recuperato nei confronti degli utenti iOS con il rilascio di un’app dopo l’esclusione da iOS 6. Privare Facebook di una piattaforma del genere ha permesso a Google di mantenere la leadership nel settore. Insomma Google ha comprato Waze per le sue potenzialità ma anche per non darla nelle mani dei concorrenti. Un po’ come tenersi Jovetic per non darlo agli acerrimi rivali.