IBM, arriva l’architettura X6

Cloud, big data e analytics nel mirino della sesta generazione della X-Architecture di classe enterprise per i server System x e i PureSystems di Big Blue, che rinnova anche lo storage, sempre più nel segno del Flash

Capitando a metà gennaio, e in contemporanea a Milano, Pechino e New York, un annuncio rilevante come quello della sesta edizione dell’architettura di riferimento per i server IBM è anche l’occasione per fare il punto sull’andamento dell’anno appena trascorso. Ci ha pensato Paolo Sangalli, Director Systems and Technology Group di IBM Italia a fare un primo bilancio: “il settore delle Piccole e Medie Imprese ci ha dato molte soddisfazioni, in un contesto generale di mercato che tutti conosciamo, e di questo dobbiamo ringraziare il nostro canale, dal quale passa il 90% del business verso le PMI. Anche la Pubblica Amministrazione ha mostrato un buon andamento, nonostante la difficoltà di approcciare questo mercato, mentre l’ambito delle banche non è stato molto brillante”. Dal lato prodotti, Sangalli ha aggiunto: “abbiamo fatto ottimi risultati nell’area dello storage, anche in ragione della nostra strategia sull’open stack e sul software defined environment, che saranno sempre di più fattori di diversificazione per IBM rispetto alla concorrenza, in ragione della possibilità che danno di avere apertura e di flessibilità. Ma non solo: anche lo storage flash costituisce un nostro punto di differenziazione rispetto al mercato, con le acquisizioni come quella di TMS e la pervasività del flash su tutta la nostra linea, come vediamo anche dagli annunci di oggi”.

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Prestazioni senza precedenti

Le novità di prodotto sono state illustrate da Alessandro De Bartolo, Manager of PureFlex and Systems X Business Unit di IBM Italia, che ha esordito sottolineando la rilevanza della nuova architettura X6, sviluppata interamente in casa IBM: “di Intel continueremo ovviamente a utilizzare i processori, ma con una nostra architettura, perché al mercato interessa l’outcome di business che deriva dalle tecnologie, e che non è una questione di CPU ma soprattutto di architettura”. Secondo l’azienda, l’architettura X6 è “stata specificamente progettata per fornire nuovi livelli di prestazioni e resilienza: per le applicazioni che richiedono grande capacità di memoria, X6 fornisce una memoria scalabile triplicata rispetto agli attuali sistemi, un fattore indispensabile per supportare il cloud computing e l’analytics dei Big data”. Di particolare rilevanza, come ha tenuto a sottolineare De Bartolo, “i sistemi server con l’architettura X6 di casa IBM hanno al loro interno le tecnologie flash al posto delle tradizionali memorie, per fornire prestazioni di ordine superiore e per evitare di dover studiare nuovi sistemi per accelerare le performance: niente più elementi esterni ma storage flash direttamente collegato con la CPU all’interno del sistema, con prestazioni non comparabili rispetto ai sistemi tradizionali”.

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Tra i modelli di server supportati dalla nuova architettura, vi sono il sistema a quattro socket System x3850 X6, il sistema a otto socket System x3950 X6 e i nodi di calcolo scalabili IBM FlexSystem x880. IBM ha anche presentato il server di storage System x3650 M4 BD, un server rack a due socket che supporta fino a 14 drive, fornendo fino a 56 terabyte di storage ad alta densità, che costituisce il massimo disponibile sul mercato e che fornisce prestazioni del 46 per cento superiori rispetto ai precedenti server IBM System x equiparabili, adattandosi alla scalabilità orizzontale distribuita tipica dei carichi di lavoro dei Big data.

Per quanto infine riguarda lo storage, è stata annunciata la disponibilità dei nuovi sistemi all-flash FlashSystem 840, che hanno una capacità di memoria utile fino a 48 TeraByte in soli 2U di spazio fisico e vantano prestazioni fino a 1,1 MIOPS, cioè raddoppiate rispetto ai precedenti FlashSystem 820 e in grado di far fronte a tutte le sfide poste dai database analitici e dalle infrastrutture virtualizzate e di tipo cloud sia private sia pubbliche. Infine, in ottica di Software Defined Storage, questa soluzione consente di erogare servizi storage virtualizzati nelle infrastrutture cloud sia tradizionali sia di tipo aperto come OpenStack.