Linksys in vendita

L’azienda dell’home networking, acquisita da Cisco nel 2003 per 500 milioni di dollari, che a quell’epoca mirava a diversificare il proprio business puntando al segmento consumer, è oggi sul mercato

Prosegue, dunque, la riorganizzazione annunciata da tempo dal Ceo John Chambers il cui obiettivo è azzerare gli investimenti in aree considerate non più strategiche. Eccessiva diversificazione e dispersione di risorse, occorre razionalizzare l’offerta, aveva detto il Ceo, mettendo implicitamente in gioco il futuro di alcune attività avviate nella fascia consumer.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Dopo la chiusura della divisione che si occupava della produzione di videocamere tascabili Flip, attività acquisita nel 2009 per un valore di 590 milioni di dollari, oggi è la volta di Linksys. La dimensione consumer non è più coerente con la strategia di cambiamento e rinnovamento messa in atto da Cisco. Resta da vedere se verrà messa in discussione anche la mega acquisizione di Scientific Atlanta, compiuta nel 2005 per una cifra superiore ai 5 miliardi di dollari.

Tuttavia, la recente storia di Cisco non è fatta soltanto di cessioni di pezzi d’azienda. Se da una parte viene ridimensionata la componente consumer, dall’altra si compiono investimenti nella sfera di tecnologie e servizi di networking nell’ambito delle infrastrutture wireless, vedi la recente acquisizione di Meraki. E’ in corso, quindi, un’operazione di ribilanciamento del business di Cisco, il cui obiettivo sembrerebbe essere quello di una maggiore focalizzazione sulle attività di networking d’infrastruttura.

L’anno fiscale 2012, terminato lo scorso ottobre, è stato chiuso con un volume d’affari di 46 miliardi di dollari rispetto ai 43 del 2011. Dal 2008 a oggi l’azienda ha registrato una crescita progressiva dei ricavi passando da 39,5 miliardi agli attuali 46 miliardi. Ma il problema maggiore di Cisco, in tutti questi anni, è stato recuperare redditività. I risultati danno segnali incoraggianti. Le cessioni e le dismissioni compiute in questi anni, insieme alla conseguente riduzione del personale, hanno permesso di recuperare marginalità. La strada è comunque ancora in salita. Basti pensare che, pur avendo registrato una progressiva crescita di fatturato, gli utili del 2012 sono più o meno identici a quelli del 2008.

Leggi anche:  Impresoft non si ferma e sigla una nuova operazione: entra nel Gruppo Tecno-Soft