Sequenziato il genoma del pesco per proteggerne le colture

L’ International Peach Genome Initiative ha sequenziato 672 geni del Prunus persica per tutelarne la biodiversità e la salute

Se si tiene contro del fatto che l’Italia è il secondo produttore mondiale di pesche, il progetto portato avanti dal consorzio International Peach Genome Initiative acquista di importanza per il nostro Paese. Il programma DRUPOMICS, realizzato con il contributo di numerose equipe di ricercatori internazionali, ha sequenziato 672 geni del pesco (Prunus persica) legati a caratteri di qualità come: maturazione, aroma, contenuto zuccherino. Lo studio ha permesso di conoscere in modo più approfondito la biodiversità di questa specie.

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Più qualità e salute per il consumatore

L’obiettivo è quello di rendere il pesco meno sensibile ai cambiamenti climatici e allo stesso tempo migliorare la qualità del prodotto oltre alla salute della pianta. “La disponibilità della sequenza genomica della specie rappresenta una pietra miliare per gli studi di genetica applicata”. – ha spiegato Ignazio Verde ricercatore del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura e a capo del progetto – “L’ampia panoramica dei geni e dei marcatori molecolari individuati renderà possibile l’utilizzo su larga scala della selezione assistita con marcatori, al fine di ottenere varietà migliorate nelle loro caratteristiche qualitative, con proprietà benefiche alla salute dell’uomo, per la loro adattabilità ai cambiamenti climatici e per la resistenza ai principali parassiti della specie con costi ridotti e in tempi più brevi”.

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