Dazio per facebook: è una truffa

Per i facebookiani l’anno appena chiuso si è concluso con una brutta novella. Il più noto tra i portali di social network nel prossimo futuro richiederà ai suoi fan il pagamento di un “pedaggio” per concedere l’autorizzazione per imboccare a tutta velocità le sconfinate corsie dell’autostrada della comunicazione e degli incontri virtuali per eccellenza

Anche se non si tratta di per sé di una cifra da capogiro, quasi cinque dollari americani al mese per la fruizione dei servizi messi a disposizione del sito in questione diventano su base annuale un esborso piuttosto considerevole per gli oltre 350 milioni – tanti sono gli iscritti secondo i dati forniti dal portale stesso -.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’iniziativa di introdurre un dazio a partire da Giugno prossimo non ha raccolto, come ovvio, alcun consenso.

Immediatamente un gruppo di protesta è comparso sullo stesso sito web “nemico” in cui si viene esortati ad aderire per far sentire le proprie ragioni. “We are against paying $4.99 for Facebook” è il nome del movimento che già conta oltre 83.000 membri.

Sembra tutto vero, invece, i sostenitori di Facebook possono stare tranquilli – se così si può dire -: si tratta di una falsità o, meglio, di una vera e propria trappola pronta a scattare già dal mese di Dicembre scorso.

Molti utenti del social network, infatti, sono stati bombardati da mail nelle quali venivano reclamizzate, per l’appunto, la decisione di Facebook di far pagare 4,99 dollari mensili e la contestuale richiesta di adesione al già massiccio gruppo di contestazione.

A questo punto scatta il marchingegno truffaldino: l’invito a consultare una pagina nasconde elementi che avviano uno script che dirotta la connessione, mostra immagini di dubbio gusto mentre un malware tenta di installarsi sulla postazione del malcapitato “manifestante virtuale”.

Leggi anche:  Cisco e NetHope: insieme per proteggere gli Operatori Umanitari dai criminali informatici

Le contromisure adottate dallo staff di Facebook sono state quelle di rilasciare un comunicato che, oltre a smentire l’intenzione di introdurre il contestato canone, allerta sulla pericolosità dei contenuti della pagina incriminata.

Nell’avvertimento, poi, viene consigliato di cessare ogni legame con il gruppo e di utilizzare un software anti-virus per passare al setaccio il proprio computer a puro titolo precauzionale.

E, per concludere, sfruttando proprio la forza della fitta trama della ragnatela che lega tutti i propri iscritti, il team di Facebook chiede di pubblicare sul proprio profilo l’avviso affinchè l’allarme possa giungere al maggior numero di soggetti.