ELECTION DAY

Mentre fra poche ore sapremo quale sarà il nuovo assetto politico che per i prossimi quattro anni guiderà il Paese e chi saranno i candidati a guadagnarsi una poltrona nei diversi comuni, a Londra ancora sono accesi i contrasti tra i due contendenti di maggior rilievo nelle prossime elezioni del 1 maggio per la carica di primo cittadino.

L’esponente del partito dei conservatori, Boris Johnson, accusa i suoi antagonisti di sostenere una campagna diffamatoria contro la sua persona.
In particolare all’attuale sindaco laburista Ken Livingstone – noto anche come Red Ken, soprannome guadagnato negli anni ’80 per le sue idee orientate a sinistra – sono attribuite una serie di dichiarazioni tese a screditare la figura del contendente Johnson, tra le quali quella legata al progetto di eliminare il privilegio per le persone più anziane di utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici.
A gettare benzina sugli animi già abbastanza infuocati è stato un presunto accesso abusivo al server di posta elettronica del quartier generale dei sostenitori di Johnson, che avrebbe comportato un black-out del servizio per circa tre ore.
L’episodio, secondo quanto riportato da una testata giornalistica, a dire di Johnson sarebbe stato una delle iniziative dirette a danneggiare la sua reputazione.
La smentita non ha tardato ad arrivare: un suo portavoce, asserendo che la causa del malinteso sarebbe da attribuire al reporter che avrebbe fatto un po’ di confusione nel riportare la notizia, si è affrettato a confermare come, invece, la responsabilità dell’accaduto sia riconducibile ad un inconveniente tecnico della linea che neanche il fornitore di connettività è stato in grado di spiegare.
In concomitanza con questo evento, però, va sottolineato come i conservatori si stavano prodigando a contestare la poca attenzione riposta dal governo nel contrasto al dilagare di reati computer-related, suggerendo la contemplazione di nuove fattispecie delittuose, l’inasprimento delle pene – che già dal 2006 con il “Police and Justice Act”, prevedono la reclusione fino a 10 anni di carcere per i reati di hacking – ed il ripristino della Hi-Tech Crime Unit, dal 2006 inglobata all’interno dell’agenzia per il contrasto al crimine organizzato.
Di contro va detto comunque che il governo britannico si sta adoperando per giungere alla ratifica della convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica fatta a Budapest il 23 novembre 2001, cosa che è avvenuta di recente in Italia con la Legge 18 marzo 2008, nr. 48 – pubblicata sul supplemento ordinario nr. 79 della G.U. del 4 aprile 2008, nr. 80 -.
Rimane comunque il dubbio se l’intrusione sia davvero avvenuta e se, magari, a realizzarla sia stato qualche dinamico nonnetto, forse spinto dal timore di dover pagare il biglietto già dal prossimo 2 maggio.

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