Città del futuro

“La forma delle città probabilmente non dovrà cambiare molto, invece cambierà il modo in cui questa forma dovrà fornire le funzioni che ci aspettiamo da lei”

Grazie alle moderne tecnologie, le città possono ora essere trasformati in esseri sensoriali che comunicano i loro bisogni e le loro risposte a determinati scenari in tempo reale. Al fine di rispondere efficacemente alle sfide in settori quali la mobilità, l’energia e l’ambiente, le città di domani devono creare sistemi in grado di gestire l’enorme quantità di dati generati dai loro residenti e delle infrastrutture.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Questa è una delle idee fondamentali alla base del concetto di Smart City ed è stato anche il tema centrale del discorso tenuto dal keynote speaker Carlo Ratti, direttore del SENSEable City Laboratory del MIT allo Smart City Expo di Barcellona.

I centri urbani già generano migliaia di i dati in tempo reale, quindi, ora è necessario dotarsi di strumenti per l’analisi e la previsione. Per illustrare le potenzialità di questo concetto, Ratti ha condiviso i risultati di vari progetti in corso del Senseable City Lab del MIT. In un esempio, ha mostrato una mappa della Spagna in cui l’attività della carta di credito era stato rintracciato, rivelando l’intensità e il tipo di transazioni di commercio nel corso di diversi giorni. Un’altra mappa ha indicato la strada percorsa da diversi tipi di rifiuti che erano stati depositati in contenitori dotati di sensori GPS.

Nel corso dello Smart City Expo abbiamo intervistato Carlo Ratti – Direttore del Senseable City Lab del MIT

Come saranno le città del futuro?

L’architettura risponde all’uomo, e i suoi bisogni fondamentali non sono cambiati molto nei secoli: siamo fatti per camminare in orizzontale, ma possiamo impilare in verticale una serie di spazi adatti per questo, connetterli con scale e isolarli con pareti.

Leggi anche:  Olidata: al via 30 nuove assunzioni in ambito Big Data e Intelligenza artificiale

La forma delle città probabilmente non dovrà cambiare molto, invece cambierà il modo in cui questa forma dovrà fornire le funzioni che ci aspettiamo da lei. Ma con una tecnologia sempre meno voluminosa, non è detto che questo processo risulti vistoso quanto altri in passato.

 

Quale deve essere il ruolo delle tecnologie?

Le tecnologie devono fare quel che noi vogliamo, al posto nostro.

Possiamo insegnar loro ad assolvere compiti dei quali non vogliamo gravarci ma dei quali vogliamo cogliere i benefici. Pensi solo a un condizionatore d’aria, cui affidiamo molta parte del nostro benessere, già oggi. Ma ovviamente questo è un piccolo esempio, come anche il poter tracciare itinerari in pochi secondi.

Però, solo dieci anni fa, era necessario impazzire tra stradari con matite ed evidenziatori. Le tecnologie dovranno pervadere tutto e poi scomparire ai nostri occhi. Anzi: dovranno pervadere proprio per scomparire.

In Italia siamo molto indietro, perchè? Problema culturale o mancanza di vision?

La mancanza di vision è un problema culturale di per sé, ma non sottovaluterei tanto facilmente l’Italia, esistono campi in cui la nostra arretratezza è tanto evidente proprio perché ci sono tutti i presupposti per ottenere, al contrario, i migliori risultati.

E siamo molto bravi a rientrare dalla finestra dopo essere usciti dalla porta, le cose possono cambiare molto velocemente.

Non credi che per costruire le città del futuro dovrebbero prima esserci uomini diversi da quelli di oggi?

Le città di oggi, le hanno fatte uomini di ieri.

Noi abbiamo tutto il diritto di pensare a quelle di domani, senza complessi, a patto che l’obiettivo sia questo: il domani.

Leggi anche:  Competenze STEM: Ericsson inaugura la quarta edizione del Digital Lab

Fare oggi città per l’oggi, significa farle nascere vecchie.

 

Quali sono le ultime frontiere su cui state lavorando al SENSEable City Laboratory?

Abbiamo in corso molti progetti, molti hanno a che fare col real time e col mappare situazioni, piuttosto che luoghi. È importante perché vedere un fenomeno, per chiunque, è più importante che sentirne parlare,sia che si tratti di inquinamento, che di frequenza delle comunicazioni, che di traffico.

An architect and engineer by training, Carlo Ratti practices in Italy and teaches at the Massachusetts Institute of Technology, where he directs the Senseable City Lab. He graduated from the Politecnico di Torino and the École Nationale des Ponts et Chaussées in Paris, and later earned his MPhil and PhD at the University of Cambridge, UK.

Carlo holds several patents and has co-authored over 200 publications. As well as being a regular contributor to the architecture magazine Domus and the Italian newspaper Il Sole 24 Ore, he has written for the BBC, La Stampa, Scientific American and The New York Times. His work has been exhibited worldwide at venues such as the Venice Biennale, the Design Museum Barcelona, the Science Museu m in London, GAFTA in San Francisco and The Museum of Modern Art in New York. His Digital Water Pavilion at the 2008 World Expo was hailed by Time Magazine as one of the ‘Best Inventions of the Year’.

In June 2007 the Italian Minister of Culture named Carlo as a member of the Italian Design Council – an advisory board to the Italian Government that includes 25 leaders of design in Italy. He was also named 2009 Inaugural Innovator in Residence by the Queensland Government, included in Esquire Magazine’s ‘2008 Best & Brightest’ list and in Tha mes&Hudson’s selection of ‘60 innovators’ shaping our creative future. In 2010 Blueprint Magazine selected him as one of the ‘25 People Who Will Change the World of Design’, Forbes listed him as one of the ‘Names You Need To Know’ in 2011 and Fast Company named him as one of the ’50 Most Influential Designers in America’.

Leggi anche:  Kaspersky nomina Alfonso Ramirez Managing Director per l’Europa

Carlo was recently a presenter at TED 2011 and is serving as a member of the World Economic Forum Global Agenda Council for Urban Management. He is also a program director at the Strelka Institute for Media, Architecture and Design in Moscow and a curator of the 2012 BMW Guggenheim Pavilion in Berlin.

For further information on Carlo’s projects, visit www.carloratti.com and senseable.mit.edu