“Quelli tra web e realtà”

“Quelli
tra web e realtà”

La realtà virtuale è un argomento
attuale fondamentale in un’epoca come la nostra. È uno dei più
importanti e utilizzati mezzi di comuncazione e diffusione di informazione.
Proprio il suo ruolo predominante ha fatto sì che il mondo delle grandi
imprese si interessasse ad essa, considerandola, con la dovuta prudenza, un
ideale cavallo vincente su cui poter scommettere.

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Alcuni studi hanno dimostrato che nel mondo cibernetico la produttività
e l’efficienza dei lavoratori impegnati in questo settore, siano connesse
alla corrispondenza che si verifica con la realtà. In parole povere,
la qualità di un lavoro si identifica con le sensazioni del lavoratore
stesso, che possibilmente devono essere più reali possibili, pur appartenendo
ad un universo virtuale.
Il desiderio di approfondire questi argomenti ha guidato un team di ricercatori
alla creazione di un meccanismo di classificazione del grado di efficienza o
meno dei vari mondi virtuali. Il progetto si deve alla North Carolina State
University e più precisamente agli studi del dottor Mitzi M. Montoya
e dei suoi collaboratori. La scala di classificazione è stata concepita
in modo da poter contemplare moltissimi fattori. Si considera ad esempio il
modo in cui l’utente interagisce con il mondo virtuale, il dialogo che
instaura con altri utenti oppure come svogle il suo lavoro con l’aiuto
di strumenti virtuali.La scala prende il nome di Perceived
Virtual Pesence
sarà utilissima per guidare il design e
lo sviluppo di ambienti virtuali, ottenendo il massimo grado di realtà
in funzione dell’obiettivo da raggiungere, sia esso un tool di collaborazione,
un software didattico di aggiornamento o qualsiasi altra applicazione.
Si prospettano curiosi risultati da questa iniziativa. Chissà se menti
umane così ambiziose riusciranno nell’intento di realizzare un
mondo virtuale sempre più simile a quello reale, dove anche un sorriso
diventa il frutto di una serie di caratteri opportunamente combinati tra loro.
Dopo tutto una linea di distinzione tra mondo reale e virtuale non può
essere considerata solo un difetto di progettazione e forse è bene che
un minimo di disincanto ricordi agli utenti quale sia il vero mondo. Staremo
a vedere!

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di Linda Imperiali