Vmware, una regina che non piace a Wall Street

I broker finanziari Morgan Stanley e UBS critici nei confronti del leader di mercato della virtualizzazione Essere una regina del mercato e allo stesso tempo essere trattata come un’umile serva. E’ ciò che accade a Vmware, regina della virtualizzazione, che in base alle statistiche detiene il 78% di market share, ma che non gode di nessuna simpatia negli ambienti di Wall Street. Morgan Stanley così come UBS consiglia di vendere, vendere, vendere. Eppure i risultati economici sono di una positività assoluta, soprattutto se si considerano le attuali difficoltà di mercato. Il terzo trimestre di quest’anno è stato chiuso con un fatturato di 472 milioni di dollari, un aumento del 32% rispetto al terzo trimestre del 2007, anno in cui Vmware ha superato abbondantemente il miliardo di dollari di fatturato. Niente da fare l’azione vale oggi 25,50 dollari contro i 122 del novembre 2007. Da una parte la concorrenza annunciata di Microsoft e Citrix che pone Vmware, per la prima volta, di fronte a un mercato sempre più aggressivo. Dall’altra la non entusiasmante dinamica dell’Information Technology. Insomma, raggiunto il punto più alto della vetta, sembra che l’unica possibilità per Vmware sia mantenere le proprie posizioni e non perdere l’equilibrio raggiunto. Il canale, afferma Morgan Stanley, sta iniziando ad affezionarsi a Microsoft, grandi contratti sono difficili da raggiungere e il numero di dipendenti di Vmware è una spina nel fianco nelle prospettive di medio e lungo periodo.

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