Sophos pubblica la lista dei dodici paesi più colpiti dallo spam

Gli Stati Uniti consolidano il loro poco invidiabile primato, ma cresce sensibilmente il quantitativo di junk mail nel Vecchio Continente, con il Regno Unito a guidare la “crescita” e l’Italia all’ottavo posto.

Dove si trovano le maggiori concentrazioni di email spazzatura nel mondo? Lo rivela Sophos, società leader a livello mondiale nel settore della sicurezza informatica, che pubblica la classifica dei dodici Paesi più colpiti dal fenomeno dello spam nel secondo trimestre 2010.

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Gli Stati Uniti si confermano al primo posto e incrementano il vantaggio su India e Brasile, rispettivamente al secondo e terzo gradino del podio: lo spam a stelle e strisce supera infatti il 15%, oltre un sesto del volume mondiale.

Sorprende, in negativo ovviamente, la performance del Regno Unito che sale dalla settima posizione del primo trimestre 2010 al quarto posto attuale. Il dato acquisisce ancora maggiore rilevanza se si prende in considerazione un arco temporale più ampio: nel secondo semestre 2009, infatti, il Regno Unito era del tutto assente dalla “sporca dozzina” dello spam, il che significa che in soli sei mesi il volume nazionale di junk mail è cresciuto in modo preoccupante e, quel che è peggio, sempre più rapido.

Ecco in dettaglio la “mappa geografica” dello spam tra aprile e giugno 2010:

1. Stati Uniti 15.2%

2. India 7.7%

3. Brasile 5.5%

4. Regno Unito 4.6%

5. Corea del Sud 4.2%

6. Francia 4.1%

7. Germania 4.0%

8. Italia 3.5%

9. Russia 2.8%

10. Vietnam 2.7%

11. Polonia 2.5%

12. Romania 2.3%

Altri 40.9%

Sophos mette in guardia tutti gli utenti sulla crescente gravità del fenomeno spam, non più una fastidiosa sequela di messaggi reclamizzanti improbabili prodotti commerciali, ma una vera e propria minaccia informatica che spesso indirizza verso siti web infetti o diffonde pericolosi malware.

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“La crescita del volume delle junk mail in Europa è una notizia preoccupante: Regno Unito, Francia, Italia e Polonia hanno tutte aumentato la propria percentuale, confermando il trend negativo dei primi tre mesi del 2010”, è l’analisi di Graham Cluley, senior technology consultant di Sophos. “Il più delle volte dietro un’ondata di messaggi spam si nascondono hacker e cybercriminali che tentano di carpire preziose informazioni sensibili, come coordinate bancarie e dati personali.

È quindi più che mai necessario diffondere una maggiore consapevolezza sui rischi che si possono correre semplicemente cliccando su un link o scaricando l’allegato di un messaggio sospetto e sulla necessità, ormai improrogabile per imprese e utenti, di adottare le necessarie soluzioni contro virus, malware e spam”.

L’aumento del numero dei messaggi spazzatura nel Vecchio Continente è confermata dalle cifre a livello continentale:

1. Europa 35.0%

2. Asia 30.9%

3. America del Nord 18.9%

4. America del Sud 11.5%

5. Africa 2.5%

Altro 1.2%

Dopo molti anni di dominio incontrastato, l’Asia viene superata a sorpresa dall’Europa, che nei primi tre mesi del 2010 ha prodotto oltre un terzo delle junk mail a livello mondiale. Nonostante la presenza degli Stati Uniti, invece, l’America del Nord rimane più indietro, con una percentuale del 18,9%.

“Lo spam costituirà una grave minaccia per la sicurezza informatica degli utenti fintantochè continuerà ad essere una strategia proficua dal punto di vista commerciale: se anche solo una piccola percentuale dei messaggi spazzatura inviati colpisce il bersaglio, hacker e cybercriminali non hanno motivo per modificare la loro strategia”, ha spiegato Cluley.

“Non si tratta solo di una noiosa scocciatura: il rischio è di subire un attacco malware e di finire intrappolati in una botnet, ossia una rete di computer che, ad insaputa dei proprietari, viene controllata dai pirati informatici per sottrarre dati sensibili e altre informazioni personali”.

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Le junk mail costituiscono il 97% dei messaggi ricevuti complessivamente dai business server, il che implica non solo un intasamento dei network aziendali ma anche una notevole perdita di tempo e quindi di produttività.

Utilizzato prevalentemente per pubblicizzare beni illeciti o contraffatti, come prodotti farmaceutici illegali, orologi di lusso falsi e finti diplomi, lo spam proviene quasi totalmente dai cosiddetti computer zombie, ossia computer infettati tramite malware e controllati dagli hacker: è sufficiente cliccare su uno dei link solitamente inclusi nei messaggi spazzatura per consegnare inconsapevolmente il proprio computer nelle mani dei cybercriminali.

Come ricorda Sophos, per scongiurare tale pericolo è necessario prestare la massima attenzione ai messaggi con mittente sconosciuto, evitando di cliccare su link e allegati sospetti, e adottare le più aggiornate soluzioni contro virus, malware e spam.