Business Intelligence: the future

Secondo Brian C. Gentile, chief executive officer di Jaspersoft, il domani della BI è open source, perché si basa su trasparenza, collaborazione e partecipazione

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La BI sembra stia avendo un’ulteriore evoluzione. Da strumento per addetti ai lavori sta progressivamente muovendosi verso qualsiasi applicativo faccia uso di dati. Aziende e utenti finali sono sempre più assetati di strumenti di analisi.

Business Intelligence e software open source sono due termini sempre più ricorrenti nel linguaggio dell’IT. Sono anche due concetti che non si escludono mutuamente. Jaspersoft (www.jaspersoft.com), sta da tempo lavorando in questa direzione. Per capire qualcosa di più su come si muoveranno le cose nel prossimo futuro abbiamo avuto occasione di incontrare Brian C. Gentile, chief executive officer, e Luca Zurlo, country manager Italia e business development manager Sud Europa.

 

Data Manager: I nostri lettori, hanno avuto occasione di conoscere i vostri prodotti. Ora vorremmo avere la Sua opinione sul futuro della BI.

Gentile: Abbiamo sempre creduto che la nuova generazione di BI debba essere diversa da come è stata fino a questo momento. Il primo punto riguarda l’utilizzo. Quello che osserviamo è che all’interno delle organizzazioni ancora poche persone la usano. Quello che già da tempo stiamo cercando di fare in Jaspersoft è creare nuovi strumenti facili da utilizzare e quindi accessibili a tutti e che si basino su standard aperti e per il cui utilizzo sia sufficiente avere solo un browser.

Le tecnologie messe a disposizione dal Web 2.0 si dimostrano sufficienti a fornire tutto quanto serve a questo obiettivo?

Assolutamente sì. Le nuove tecnologie quali Ajax, J2ee ecc. si rivelano più che sufficienti a fornire una qualità adeguata alle esigenze. Il nostro punto di forza, su cui stiamo concentrando i nostri sforzi, è quello di fornire all’utente uno strumento semplice, integrato con le altre applicazioni, che lo aiuti, anche in modo visivo, a capire il contesto. Tanto è vero che ora stiamo puntando anche alla mobility, della quale prevediamo una significativa crescita.

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Ma cosa si aspetta ora il mercato dalla BI? Qual è il canale con cui voi raggiungete gli utenti per capire le loro reali esigenze?

Noi abbiamo un grosso vantaggio rispetto ad altri competitor. Siamo una open company. Essendo il nostro software open source, molti sono quelli che implementano nuove parti per rispondere a specifiche esigenze e spesso mettono a disposizione della community il loro lavoro. Stiamo parlando di circa 250mila membri. Credo che non ci possa essere un modo migliore per capire in quale direzione il mercato stia andando e quali sono le esigenze reali che l’utente richiede.

Il problema è che molti hanno l’impressione che il software open source non sia in grado di garantire lo stesso livello di supporto che ha quello commerciale.

La cosa è, allo stato attuale, assolutamente falsa. Proprio il fatto che un software ha un codice sorgente visibile a tutti, permette un controllo di qualità sicuramente superiore a un software compilato.

Sarà dunque l’open source il futuro del software?

Bella domanda! Sicuramente il futuro del software sarà la filosofia, l’approccio al problema su cui si basa l’open source e che si sintetizza in tre principi fondamentali: trasparenza, collaborazione e partecipazione.

Vogliamo spendere due parole sul mercato italiano?

Certamente. Abbiamo avuto una grossa crescita in diverse aziende che hanno premiato sicuramente non solo il nostro prodotto, ma anche l’approccio al problema. In questo momento stiamo mirando, e non solo a livello italiano, al contesto governativo.

Zurlo: Ricordiamo, a questo proposito, che la “Brunetta” (150/2009) impone alla Pubblica Amministrazione di pubblicare tutta una serie di informazioni in modo che queste appaiano chiare e intellegibili a tutti coloro che vogliano accedervi. Per quanto riguarda il tipo di software da utilizzare, l’indicazione ci arriva per esempio dalla Francia, dove, qualora sia disponibile, deve essere utilizzato il software open source. Diverse Università ci hanno convocato per poter iniziare una collaborazione in questa direzione. E noi siamo pronti già da un pezzo: ci aspettiamo perciò un altro anno eccellente in linea con la crescita già sperimentata fino adesso.

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