Exprivia, il cuore informatico del rinascimento pugliese


Dopo la prima positiva fase di crescita, il gruppo Exprivia ha un piano per un ulteriore raddoppio del fatturato e la sua espansione all’estero. Il system integrator di Molfetta scommette su Web 2.0, sanità, Erp. E sul fascino del “nearshore”

 

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C’è un positivo risvolto di crescita, promozione e, perché no, rivalutazione di un intero territorio nella storia di Exprivia (www.exprivia.it), sviluppatore e system integrator di scala nazionale, ma già proteso verso uno scenario mondiale e motivato a costruire ulteriormente su questa base. Un player di media grandezza molto agguerrito, specializzato in soluzioni applicative e servizi per la sanità, per il mondo SAP e per le realtà aziendali mediograndi in settori come la finanza, l’energia o i trasporti, che ha il suo quartier generale a Molfetta, a breve distanza da Bari, in una zona industriale che fa tutt’uno, sulla strada che seguiamo dall’aeroporto, con i geometrici filari degli uliveti.

È un’altra bella storia di rinascimento pugliese che, insieme ad altre, induce a essere molto ottimisti sulle prospettive di questa Regione e delle sue giovani forze intellettive, le sue imprese tecnologiche. Un patrimonio prezioso, su cui Domenico Favuzzi, presidente e amministratore delegato di Exprivia, dichiara di voler puntare anche nella nuova fase di crescita che si sta aprendo per la sua azienda, dopo la prima che dal 2006 al 2010 ha visto la società passare da 45 a poco più di 100 milioni di fatturato. Non a caso tra le parole chiave che connotano la sua intervista con Data Manager troviamo proprio “industrializzazione” del software, formazione e “nearshoring”, il modello di servizio che in molti distretti industriali e tecnologici italiani, specie quelli più geograficamente decentrati rispetto ai tradizionali poli milanese e romano, diversi operatori informatici cominciano a proporre in alternativa all’offshoring, la delega di attività quali lo sviluppo applicativo o il facility management a territori molto lontani, come l’India e il sud-est asiatico. Perché i clienti italiani – ed europei – non dovrebbero scegliere Bari al posto di Bombay per i loro progetti di outsourcing più avanzato?

Osservando il volto asciutto e severo di Favuzzi non si può fare a meno di riscontrare una certa somiglianza fisica con Renato Soru, un imprenditore di un’altra regione che sta vivendo un analogo percorso di rivalutazione in chiave tecnologica. Con una differenza non trascurabile: se all’inizio del suo percorso Soru non nascondeva l’ambizione, per la sua Tiscali, di quotare per la prima volta in borsa una azienda sarda, Exprivia nasce, in un certo senso, con la quotazione in borsa già incorporata.

Se il marchio Exprivia risale al 2006, le attività dell’azienda pugliese coprono una finestra temporale ed esperienziale assai più vasta. «Le radici affondano nella società milanese AISoftw@re – spiega Favuzzi – fondata nel 1983 e specializzata in sistemi esperti e intelligenza artificiale. L’assetto attuale è frutto di una serie di acquisizioni e aggregazioni iniziate nel 2005 con la fusione tra AISoftw@re e Abaco Information Services, società di servizi informatici che avevo costituito nel 1988 puntando molto sulle assunzioni di neolaureati della provincia di Bari». L’anno successivo, nel 2006, la nuova realtà cambia nome in Exprivia, trasferendo su questo marchio la quotazione in borsa di AISoftw@re, una delle prime aziende di quello che nel 2000 si chiamava Nuovo Mercato e oggi è il segmento Star del Mercato Telematico Azionario di Borsa italiana, segmento in cui sono raccolte le società a più alto tasso di crescita e redditività e con stringenti requisiti di trasparenza.

 

Il piano di espansione

Con l’arrivo del nuovo brand, Exprivia dà inizio al suo primo importante piano di espansione. Una fase che si conclude sul finire del primo decennio del 2000 «con il raddoppio dei ricavi e mantenendo alta la redditività», sottolinea Favuzzi. In questo periodo Exprivia cresce anche per acquisizioni, rilevando nel 2007 due ulteriori entità. Una è la società pugliese Svimservice, che vantava già allora un’esperienza trentennale nel campo dei servizi IT per l’industria dell’acciaio prima e per la sanità regionale poi, una specializzazione che oggi rappresenta una delle tre “anime” di Exprivia. Contemporaneamente vengono rilevate tutte le quote di Wel.network, altro consulente informatico di lungo corso che offriva servizi professionali in ambito SAP, soprattutto ad aziende del gruppo Eni. Due anni dopo Exprivia rileva invece il ramo di azienda di Siemens Italia che aveva sviluppato un sistema per la gestione delle informazioni cliniche e diagnostiche, AuroraWeb. Si tratta di un hospital information system installato in una trentina di importanti aziende sanitarie e ospedaliere nazionali.

Nel 2011 Exprivia è, secondo il suo presidente, un system integrator che, con cento milioni di fatturato, può essere considerato di dimensioni medie, ma è già ben posizionato su scala nazionale e internazionale. Una realtà che produce software, integrazione tecnologica, servizi applicativi e di gestione sistemistica, consulenza e dà lavoro a 1.200 persone, «cui si stanno aggiungendo altre 200 risorse, grazie al nuovo ramo di attività di Call center e Business Process Outsourcing che stiamo aprendo qui a Molfetta», annuncia Favuzzi. Il quartier generale pugliese coordina una rete di presenze che copre l’intero territorio nazionale, con sedi a Milano, Roma, Piacenza, Trento e altre città italiane. Nel suo primo triennio di espansione, Exprivia comincia anche ad allargare i propri orizzonti fuori dai confini nazionali. Nel 2008, creando una consociata spagnola, Exprivia Sl (anche lei focalizzata sulla sanità, in particolare nell’ambito della Business Intelligence), controllata al 60% e nel 2010 acquisendo il controllo di maggioranza di Prosap, sviluppatore SAP con una soluzione di gestione immobiliare presente, oltre che in Spagna, in alcune nazioni dell’America Latina. Ma anche in ambito SAP il consolidamento è costante, come testimonia l’ultima, recentissima acquisizione di una quota di controllo di Realtech Italia, specialista di soluzioni per la piattaforma Erp.

 

Città Digitale 2.0

Exprivia ha insomma alle spalle una tradizione lunga e articolata. E dopo un biennio trascorso a metabolizzare e consolidare la crescita, si appresta a lanciare all’insegna del claim “Città Digitale 2.0” un nuovo piano industriale. Una seconda fase di espansione che punta ancora una volta al raddoppio del fatturato da oggi al 2013 e a un potenziamento delle attività internazionali, che a conclusione del piano dovrebbero ammontare al 10% del volume d’affari. Abbiamo chiesto a Favuzzi di parlarci di specificità e punti di forza, delineando la formula manageriale che proietterà il system integrator in una dimensione decisamente più ambiziosa. «Come abbiamo visto, Exprivia unisce due vocazioni storiche. AISoftw@re rappresenta quella “di prodotto” con linee che coprivano il medicale e il bancario e sono state ampliate con Svimservice e AuroraWeb. Abaco ha portato con sé l’esperienza nei servizi di processo, di gestione e manutenzione del software». Queste due vocazioni si declinano oggi in tre macro-aree, all’incirca equivalenti in termini di fatturato sistemi informativi e servizi per la sanità; servizi per il settore Erp principalmente su piattaforma SAP; software e consulenza per il settore bancario, le utilities e altri comparti di industria. È un’area, quest’ultima, che Favuzzi definisce più variegata, per metà focalizzata sul mondo bancario mentre il resto è costituito da servizi di integrazione e conduzione di sistemi: «i tipici servizi di outsourcing applicativo o di facility management svolto per conto di imprese mediograndi nei settori già citati tra cui utilities o trasporti».

Per Favuzzi è proprio da questo ultimo insieme di iniziative che Exprivia trarrà i maggiori spunti per la sua evoluzione nell’arco dei prossimi tre anni, «i prodromi della nostra crescita», afferma l’amministratore delegato. Con un preciso obiettivo. «La nostra intenzione è proprio diventare una delle industrie italiane di riferimento nel campo della system integration. E se riusciremo a superare le complessità organizzative e linguistiche dell’internazionalizzazione, potremo giocare un buon ruolo su altri mercati. Mettendo a frutto disponibilità di giovani laureati è possibile erogare servizi di grande qualità, per questo e per altri mercati. Noi abbiamo una visione dell’Italia e in particolare del Meridione e di alcune nazioni del Mediterraneo come buona piattaforma di sviluppo di servizi di backoffice per tutta Europa e le nazioni del Mediterraneo».

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Nei confronti della clientela bancaria, Exprivia si muove in ambiti come la gestione del rischio di credito e della consulenza applicativa per la piattaforma francese Murex, uno dei leader mondiali nelle soluzioni applicative per la gestione del capital market, di cui l’azienda di Molfetta è da quest’anno partner ufficiale. «Murex è utilizzata da molte grandi banche italiane ed europee. Qui la concorrenza da parte delle grandi società di consulenza IT è forte, ma pensiamo di avere un ottimo appeal nel mercato internazionale e siamo in fase di crescita», sottolinea Favuzzi.

Sempre in ambito finanziario, a questi due filoni si aggiungono le attività di sviluppo, in particolare per quanto riguarda i mondi Java, Microsoft e del middleware Tibco, nonché il facility management bancario. «Dal nostro data center siamo in grado di gestire molte attività che un tempo richiedevano la nostra presenza onsite. Oggi è tutto centralizzato e gestito dalla nostra server e software factory e questo ci consente di far crescere la qualità del servizio erogato con minor costo grazie alle sinergie col sistema produttivo».

I potenziali di crescita in queste direzioni sono notevoli. Exprivia ha dato un nuovo impulso a due aspetti in particolare. Da un lato le attività R&D affidate a Luigi Dipace, un tecnologo con una lunga esperienza in aziende multinazionali. Dall’altro ai processi di industrializzazione della software e service factory della direzione Produzione Mercati, l’apparato interno di sviluppo dei servizi, di cui è responsabile Ubaldo Agosti. Nelle intenzioni del management questo motore di innovazione e qualificazione dovrà sostenere tutto il gruppo nella sua strategia di mercato. «Abbiamo un insieme di tecnologie di riferimento in campo soprattutto “mobile”, che fanno leva sui terminali di ultima generazione per assicurare un’integrazione tra questi dispositivi e l’uomo che li utilizza, le reti e le applicazioni esistenti a ogni livello: l’informatica sanitaria, la telemedicina, la mobilità e la multicanalità della banca. Questo, in sostanza, è il significato del piano Città Digitale 2.0».

Se quindi gli obiettivi di espansione vedono come protagoniste le specialità che rappresentano per certi versi il volto più nuovo del gruppo Exprivia, le sue due anime più tradizionali e storiche – sanità ed Erp – non verranno certo ridimensionate nella loro fondamentale importanza. Come emerge in seguito dalla discussione con Stefano Ferrara, il direttore della business unit Sanità e enti locali, il presidio del segmento dell’informatica sanitaria vedrà un potenziamento e un allargamento geografico del “reach” di una presenza che vede Exprivia presidiare con autorevolezza i tre livelli in cui si articola la sanità in Italia: Amministrazione regionale, Aziende sanitarie e ospedali sul territorio, laboratori pubblico-privati. Le tecnologie dell’integratore pugliese coprono le esigenze della gestione delle risorse sanitarie su scala regionale, ma anche quella della gestione delle attività cliniche e diagnostiche. «Disponiamo di numerose componenti per la gestione di tutti questi processi e questo ci dà la forza e la capacità di proporci anche in ambito internazionale», ricorda Favuzzi riferendosi alle gare che potrebbero consentire di esportare il know how Exprivia, molto forte nella sanità pugliese, ma anche in quelle  lombarda e piemontese e in diverse province del nord e del centro Italia, partecipando a cordate internazionali per la fornitura di analoghi servizi in Egitto, ma anche in Polonia e Romania.

Per quanto concerne la seconda vocazione storica dell’azienda, l’Enterprise resource planning, con i suoi 600 specialisti tecnologici e funzionali Exprivia è tra i principali consulenti SAP su scala nazionale ed è in grado di intervenire orizzontalmente nelle aree delle risorse umane, della logistica e della Business Intelligence, su “verticals” come la produzione industriale, le utilities, la pubblica amministrazione centrale o – grazie alla specializzazione della controllata iberica ProSAP – del real estate.

 

Orientati all’innovazione

Come si declineranno questi scenari in termini di strategie di go-to-market e di alleanza con altri soggetti dell’industria? Se l’aspirazione è quella di essere e diventare un’industria italiana di riferimento nazionale e internazionale per le applicazioni e i servizi informatici, la ricetta si basa sul coordinamento di diversi ingredienti: risorse e capacità interne, tecnologie che arrivano dai software vendor di classe mondiale già partner dell’azienda pugliese, ma anche prodotti forniti da sviluppatori di nicchia, con cui Exprivia svolge attività di comarketing e prototipizzazione, in cui vengono spesso coinvolti gli stessi clienti finali. «Stiamo scommettendo molto sul concetto dei prototipi da sviluppare in stretta collaborazione con le università e i centri di ricerca», osserva Favuzzi. Alcune delle iniziative più recenti nascono per esempio da spinoff universitari. È per esempio il caso della GST, Gestione Soluzioni Tecnologiche di Trento, nata da una costola dell’ateneo locale e entrata a far parte della costellazione di aziende controllate da Exprivia. Specializzata in software di riconoscimento vocale, GST propone sul mercato nazionale un’innovativa postazione di refertazione automatica in ambito radiologico, dove medici e tecnici ricorrono spesso alla dettatura per ovviare alla scarsa illuminazione del loro ambiente di lavoro. «Un paio di anni fa – ricorda ancora Favuzzi – siamo partiti con una nuova startup, Pervoice, che utilizza analoghi motori di riconoscimento vocale non per operare in un mercato di nicchia come quello radiologico, ma per offrire un esteso servizio di dettatura via Web». Il cliente di Pervoice invia un file audio e riceve in output una trascrizione automatica. Una soluzione che può risultare preziosa per clienti che operano nel campo delle telecomunicazioni, dei call center, ma anche in ambito radiotelevisivo, della giustizia, dell’amministrazione, della convegnistica: ovunque ci sia la necessità di verbalizzare e lasciare una traccia scritta di una discussione.

Tutte queste collaborazioni sono il sintomo di un processo di maturazione che sta determinando un salto di qualità in un system integrator percepito in misura crescente come realtà capace di incidere proattivamente sull’innovazione del cliente, anche in progetti di ampio respiro. «In passato abbiamo lavorato molto come subcontractor di integratori più grandi. Oggi abbiamo incrementato le dimensioni e la nostra capacità competitiva, dobbiamo adeguare le nostre armi in modo diverso e la capacità di fare ricerca e allearsi con le università o direttamente con i clienti finali diventa un canale preferenziale. Restano però anche molte aree dove continuiamo a collaborare, su un piano di piena parità, con gli integratori di livello internazionale».

 

Il capitale umano

Ricerca innovativa e politica delle alleanze non sono le uniche leve in una azienda di IT, che per definizione è legata a filo doppio alla qualità del capitale umano. «È un capitale che intendiamo continuare a coltivare», riconosce Favuzzi. Come? «Una delle componenti fondamentali è il nostro ingresso, nel 2008, nel 60% di Spegea, società di formazione di Confindustria. Un ingresso che ha due obiettivi: rilanciare, in particolare su questo territorio, una scuola gestionale che non funzionava al meglio, ma che era diventata un brand importante; e dall’altro utilizzare Spegea come scuola di formazione “in house” per supportare il processo di crescita, che non può andare avanti solo acquisendo competenze dall’esterno». Con Spegea è stato avviato un master rivolto ai quadri dirigenziali intermedi su tematiche relative alla gestione dell’azienda e della clientela, la contabilità, ma anche l’internazionalizzazione e l’industrializzazione dei processi. «Quando ci chiamavamo ancora Abaco guardavamo al Politecnico e alla Bocconi di Milano per formare i nostri giovani laureati. Un investimento che ha prodotto molti degli attuali dirigenti di Exprivia, che del resto sono ancora molto giovani. Crediamo molto nella formazione».

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Ricerca e industrializzazione

Cerchiamo quindi di approfondire le strategie rivolte alla ricerca e all’industrializzazione. Luigi Dipace, direttore R&S di Exprivia, ha presentato il progetto strategico Città Digitale 2.0 nel dicembre scorso, in occasione del Festival dell’Innovazione di Bari e in piena sinergia con un altro annuncio, quello dell’alleanza con Cisco, mirata al rafforzamento delle capacità di erogazione di servizi di tipo infrastrutturale. «Tutti parlano ormai di città e pianeti intelligenti – dichiara Dipace –, ma in un’ottica diversa dalla nostra. Noi pensiamo a una Città Digitale che non sia un Grande Fratello, con l’uomo utente passivo di una città automatizzata e governato dai sensori e da computer centrali. Pensiamo piuttosto a una Città 2.0, nel “palmo della mano” del cittadino-utente. Con l’uomo principale attore e “sensore” della città attraverso il suo smartphone. E lo smartphone di nuova generazione diventa il suo Assistente Digitale georeferenziato, un fedele segretario in grado di assistere e di presentare le informazioni più utili nelle diverse situazioni, dalla più breve interazione alla partecipazione al lavoro di squadra. Pensiamo al cittadino, ma anche al turista, alla persona anziana o disabile e ovviamente al lavoratore». Una tecnologia che si personalizza grazie all’uso intelligente dell’hardware, ma anche – sottolinea Dipace – con lo studio di interfacce utenti realmente efficaci. Uno dei primi progetti inseriti in questo piano è un sistema di pagamento mobile Pay4Any che Exprivia ha presentato a fine marzo a Milano, in occasione del forum AbiLab 2011, dove è stata premiata come Soluzione Bancaria più Innovativa».

Diverse sono le leve di implementazione che Dipace manovra per dare concretezza al lavoro di una squadra di una sessantina di ricercatori, il nucleo focalizzato in R&S intorno al quale si muove tutto il gruppo delle service line impegnate sulla clientela, più di una settantina di tecnici che lavorano a Milano sulle soluzioni bancarie e 250 progettisti che, in tutta Italia, fanno sviluppo applicativo. Tra queste leve c’è anche quella dei finanziamenti pubblici e della partecipazione a diversi progetti regionali. Dipace cita in particolare il caso di SDI, Service Delivery Improvement, che punta al fondamentale obiettivo della ingegnerizzazione della fabbrica di servizi Exprivia e che viene sostenuto per metà con fondi regionali pugliesi e per metà dalla stessa azienda, che impegna «spazi e attrezzature nuove, sistemi di help desk e call center, ma anche sistemi di modellazione e misurazione dei servizi e dei processi». Un altro progetto, SlimPort è stato bandito per l’automazione del porto di Bari e vede Exprivia partecipare, in veste di specialista di sicurezza logistica, a una cordata di fornitori guidata da Elsag.

Uno degli incarichi di Dipace è la realizzazione di un Innovation Lab verso cui faranno riferimento le varie attività di ricerca, sviluppo e integrazione di tecnologie, prototipi, progetti dimostrativi. Una fucina “aperta” intorno a cui ruoteranno anche le relazioni che Exprivia tesse da un lato con i suoi clienti, dall’altro con le principali università (Bari, Lecce, Trento e Tor Vergata solo per citare le principali) e i distretti tecnologici come Dhitech di Lecce, specializzato in informatica, e il Ditne di Brindisi, focalizzato invece sull’energia.

Nel processo di industrializzazione dei servizi a supporto della strategia di Exprivia come fornitore di servizi di outsourcing “nearshore”, sono fortemente coinvolti Ubaldo Agosti e la sua area di Produzione Mercati. «Il nostro modello organizzativo è basato su Centri di Competenza raggruppati in tre direzioni di produzione tematiche: Extended Erp & Business Intelligence; System Integration, Banking & Finance; Infrastructure Management Services. In aggiunta alla business unit Sanità e Pal, che è a sé stante, questa è un’area in cui sono impegnati oltre 800 specialisti».

I centri di competenza fungono da software e service factory aziendali, spesso geograficamente distribuite, costituite da team di tecnici fortemente coesi e specializzati, sia dal punto di vista tecnologico che funzionale. Da questa fabbrica escono soluzioni di Application Management, progetti di sviluppo e integrazione di soluzioni applicative, IT Management e Business Processing Outsourcing e l’obiettivo di ciascun centro è quello di capitalizzare le esperienze e le conoscenze acquisite nel tempo dai propri specialisti, favorendo il sistematico riuso della conoscenza aziendale.

Il necessario salto di qualità, che Exprivia giudica fondamentale per accedere alle posizioni più alte della classifica delle società di livello internazionale che oggi forniscono servizi di consulenza, system integration, outsourcing e maintenance, si basa su uno sforzo di industrializzazione articolato, secondo Agosti, lungo tre linee di intervento a partire dalla revisione e certificazione delle procedure. «Exprivia ha attivato un impegnativo programma di miglioramento finalizzato a perseguire una valutazione formale dell’organizzazione rispetto al Cmmi Maturity Level 3 e a ottenere le certificazioni Iso 20000 e 27001 dei propri processi», spiega Agosti.

Un secondo punto importante consiste nel dotarsi di service factory specializzate per tematiche tecnologiche e applicative, geograficamente distribuite, per garantire una adeguata prossimità ai propri clienti e in grado di veicolare un’offerta modulare e personalizzabile per modalità di erogazione, perimetro funzionale e tipologia di servizio. Ma non meno fondamentale, conclude il responsabile della Produzione Mercati, è «strutturare il processo di riuso e condivisione della conoscenza aziendale e supportare i processi di delivery con adeguati strumenti, dotandosi di metriche di valutazione della produttività, di strumenti di monitoraggio funzionali alla gestione delle attività correnti e alla pianificazione delle risorse da impegnare sui diversi progetti».

Lo scopo è diventare ancora più protagonisti di un mercato dell’assistenza tecnica e dell’outsourcing infrastrutturale che solo in Italia vale, secondo NetConsulting, oltre 2,5 miliardi di euro.

 

Banche e sanità

Sugli aspetti del nuovo piano industriale Exprivia che riguardano le altre due aree di specializzazione sanitaria e bancaria intervengono Stefano Ferrara, il direttore della business unit Sanità e Enti locali, e Filippo Giannelli, il manager che oltre alla direzione commerciale area Mercati dell’azienda governa il segmento “Banche, finanza e assicurazioni“, una delle quattro business line che insieme a “Industria e media”, “Pac, trasporti e utility” e “Oil, gas e telco” formano la struttura che presidia – con il supporto dell’area produttiva di Ubaldo Agosti – la clientela esterna all’ambito sanitario. «La fase che abbiamo di fronte, spiega il responsabile dell’area Sanità, si raccorda con il percorso strategico iniziato nel 2008, anno in cui è stata costituita la business unit». Il primo obiettivo era di creare un’offerta costituita da una gamma di prodotti e servizi a copertura della richiesta proveniente dai tre primi livelli della piramide dell’informatica sanitaria nazionale. «Una piramide al cui vertice, immediatamente sotto il coordinamento ministeriale, ci sono le Regioni, cui spetta il governo dei flussi economici e sanitari; un secondo livello territoriale è rappresentato dalle Aziende Sanitarie Locali e dal loro ruolo di mediazione nei confronti dei cittadini; e il livello successivo dall’azienda ospedaliera, una macchina di una certa complessità al servizio dei pazienti ricoverati o sottoposti a cure domiciliari».

 Per tutti questi tre livelli Exprivia dispone di soluzioni ormai radicate, ma gli spazi di crescita e acquisizione di nuovi clienti non mancano. Due, secondo Ferrara, sono gli assi di possibile espansione. A livello geografico, in particolare in situazioni che amministrativamente possono ricordare la granularità del sistema sanitario italiano, le soluzioni gestionali di scala regionale Exprivia possono trovare applicazioni ideali in nazioni europee di piccole dimensioni o là dove esistono, come in Italia, Regioni e distretti. Ferrara fa a questo proposito l’esempio della Romania, del Brasile o dell’Egitto, dove l’azienda pugliese sta già partecipando a gare concorrenti pubbliche insieme a partner globali.

Un secondo ambito di intervento riguarda invece la tecnologia, sia in relazione alle attività cliniche e diagnostiche in ospedale (per esempio le innovative piattaforme di riconoscimento vocale), sia a supporto dei servizi con cui gli ospedali stessi, facendo leva sulle infrastrutture di rete, cercano di raggiungere più capillarmente il territorio, con applicazioni di telemedicina e telediagnostica.

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Per quanto concerne la Pubblica Amministrazione Locale, conclude Ferrara, pur rappresentando quest’ultima una parte abbastanza piccola del volume d’affari della business unit, non mancheranno nuovi impegni e un consolidamento. «Uno di questi è la partecipazione alle gare d’appalto per la gestione di servizi applicativi come quella bandita dalla regione Lombardia per lo sviluppo software: una commessa da 160 milioni in quattro anni alla quale Exprivia partecipa in cordata con Accenture e altri partner».

 

Un system integrator eclettico

Dalla conversazione con Filippo Giannelli emerge infine la varietà di clientela che un system integrator eclettico e globale deve saper affrontare. «Il go-to-market nei diversi mercati è molto diverso oltre che per le loro tipicità intrinseche, anche per le caratteristiche differenti nelle modalità di acquisto e per i diversi servizi, prodotti e soluzioni veicolati. Si consideri per esempio l’importanza della presenza territoriale per le aziende di medie dimensioni sia del mercato Industria che del mercato banche, o si pensi alla specificità delle gare nella PAC o anche alla tipicità dell’offerta di prodotti proprietari in area crediti nel mercato banche e alle soluzioni Erp e Extended Erp per il mercato industria o ancora ai servizi strutturati di Application Management per il mercato Oil». Lo sforzo che Exprivia sta cercando di compiere, aggiunge Giannelli, consiste nel farsi percepire dai clienti «non più, o non solo, come uno dei loro fornitori di soluzioni di ICT, ma come “il” partner che li affianca nella gestione dei processi core business, che siamo in grado di ottimizzare e sviluppare sia nel breve che nelle evoluzioni del medio periodo».

Nel settore finance, la business line diretta da Giannelli, Exprivia può vantare una consolidata relazione con i principali gruppi italiani e una presenza internazionale in 12 Paesi «Il 2010 è stato per noi un anno importante perché ci ha consentito un’espansione del business in quest’area del 16% in termini di ricavi. Evidentemente i clienti hanno premiato la focalizzazione della nostra offerta su quattro linee di sviluppo: l’ambito crediti con soluzioni proprietarie per la gestione dei processi di istruttoria, delibera e monitoraggio; l’ambito finanza con i servizi di project development e application management sulla piattaforma Murex attraverso due centri di competenza distribuiti territorialmente e le soluzioni software e hardware di ottimizzazione delle sale di contrattazione; l’ambito multicanalità con soluzioni per lo sviluppo dell’Internet banking, del mobile banking e dei pagamenti cordless; il supporto alla gestione operativa dei servizi IT per coprire le diverse esigenze di business continuity degli istituti con soluzioni puntuali come quelle per la gestione delle utenze privilegiate».

«Il piano industriale di crescita è ambizioso per tutte le Business line dell’Area Mercati – prosegue Giannelli -. In particolare la Pubblica Amministrazione Centrale dovrà confrontarsi da un lato con le esigenze di consolidamento, con la competizione internazionale e con lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e del nucleare che caratterizza sempre più il mercato delle utility, dall’altro con la liberalizzazione del servizi postali e ferroviari, oltre che con una spesa IT nella Pubblica Amministrazione prevista in riduzione nel prossimo triennio e fortemente spostata sulle esigenze di gestione».

«La collaborazione con le nostre controllate in Spagna e la ricerca di partnership e alleanze con player internazionali – aggiunge Favuzzi – ci consentiranno di valorizzare i successi e le competenze acquisite a livello nazionale nel mercato delle utility. Con l’ausilio del laboratorio di ricerca e sviluppo sarà aggiornata e completata l’offerta specifica per rispondere alle esigenze di cambiamento nell’ambito dell’amministrazione centrale, nonché agli adempimenti normativi predisposti dall’Authority dell’energia o derivanti dalle liberalizzazioni. Infine l’adozione di strumenti e metodologie per l’erogazione di servizi e la conduzione di progetti secondo una logica di factory distribuita e il consolidamento di un’offerta di Bpo “ad elevato contenuto IT” soprattutto per i processi del Customer Finance e del Document Management saranno le leve che utilizzeremo per ottimizzare i costi della gestione operativa».

Nel segmento oil & gas, invece, Exprivia punterà a offrire competenze, servizi, prodotti e soluzioni IT a supporto in particolare dei processi di esplorazione, produzione, trasporto e stoccaggio, mentre per quel che riguarda il mercato delle telecomunicazioni operiamo sui sistemi di supporto del business e in ambito sicurezza. «I clienti tipici di questo mercato impongono un approccio internazionale – riprende Giannelli -, sia nelle tipologie di soluzioni da proporre sia nella capacità di erogare servizi all’estero. Exprivia propone soluzioni basate su prodotti leader di mercato non solo in ambito Erp,  ma anche in ambito Engineering & Automation (Plm/Pdm, Scada, …), oltre a servizi a supporto del customer care e del billing system, servizi di data analisys, di sviluppo di architetture Soa e di gestione applicativa».

Infine in ambito Industria, spiega Giannelli, Exprivia deve confrontarsi con un mercato in cui la razionalizzazione dei costi, il miglioramento della relazione con il cliente e l’efficacia dei processi rappresentano i focus di business principali. «Prevediamo uno sviluppo dell’offerta che tiene conto sia delle tipicità dei segmenti verticali (per noi i più importanti sono difesa, automotive, aerospace, consumer products, engineering & costruction, food, manufacturing discrete e process, retali & wholsale, media) sia delle dimensioni aziendali». Per il mercato della grande impresa Exprivia amplierà la gamma di offerta sia con soluzioni innovative in ambito Erp Esteso, per tematiche quali il warehousing, la sostenibilità e il risparmio energetico, sia con soluzioni di automazione dei sistemi di fabbrica (utilizzando la piattaforma Simatic IT). «Punteremo inoltre a predisporre l’evoluzione mobile dell’offerta che consenta una fruizione dei sistemi gestionali indipendente dai device e traguardando la futura integrazione tra sistemi transazionali e applicazioni di social networking – chiude Giannelli -. Per la Pmi integreremo le offerte verticali per settore con proposte di Business Intelligence preconfigurate, fornendo potenti strumenti di analisi in ambito finanziario, commerciale e logistico, implementabili velocemente e con costi competitivi. Infine, sul segmento della difesa, la consolidata esperienza nello sviluppo di applicazioni real-time, secondo standard di qualità civili e militari, per la realizzazione di sistemi di comando e controllo,  e il prototyping di sistemi complessi, ci consentirà di far evolvere l’offerta sui temi di Intelligence, Investigation Management e Georeferenziazione».

 

Un ambizioso piano triennale

La macchina di Exprivia è quindi a regime e pronta ad affrontare la sua seconda, più ambiziosa sfida.

«Stiamo uscendo dalla fase più dura della crisi finanziaria ed economica e pensiamo di poter contare su una serie di condizioni che possano farci progredire», conferma Domenico Favuzzi. L’obiettivo è consolidare le attività sul mercato italiano, combattendo per la leadership nel settore sanità ed Erp. Su quella che può essere definita la sua “terza gamba” Exprivia punta invece su una serie di iniziative che mirano a una netta espansione, anche fuori dalla nostra geografia, anche attraverso nuove acquisizioni in Italia e all’estero. Il target del piano triennale appena varato prevede il raddoppio di un fatturato che dovrebbe attestarsi intorno ai 200 milioni, ma Favuzzi ritiene che in prospettiva Exprivia «possa accedere a un ulteriore livello di dimensioni dell’impresa, che ci proietterebbe oltre i 400 milioni di euro nell’arco di sei o sette anni. Vogliamo essere un system integrator di media grandezza, ma su scala europea, essere in grado di gestire contratti di entità due, tre volte superiore rispetto alla media attuale». Le idee non mancano, i cervelli capaci di crescere e di realizzarle neppure, l’arsenale di strumenti è stato dispiegato. Quanto all’execution, basta contemplare quei filari di ulivi decennali che fanno da quinta alla strada per l’aeroporto per capire che la sapienza di questa terra può vincere anche quando sta coltivando software e silicio.

 

Foto di Lorenzo Ceva Valla