Facebook e SDA Bocconi. Il business diventa social

In Italia, sono almeno 10 milioni gli utenti attivi al mese su Facebook. Niente più scommesse, ma investimenti sull’ADV on web

 

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Nicola MendelsohnL’evento “Fare business con i social network”, organizzato dalla Divisione Ricerche intitolata a Claudio Dematté, fondatore della Scuola di management SDA Bocconi e da Facebook, ha l’obiettivo di mostrare alle aziende italiane le potenzialità commerciali del web 2.0. Presente all’incontro, Nicola Mendelsohn, vice president EMEA di Facebook, che ha raggiunto l’Italia da Londra per portare la propria testimonianza come voce europea del social network. «Oggi, ci sono più telefoni cellulari per persona che spazzolini – ha detto Mendelsohn – questo vuol dire che, potenzialmente, quasi tutti sono raggiungibili tramite il web e le più varie piattaforme social. È vero, qualcuno non ha Facebook, ma magari ha un account su Twitter oppure Instagram, per questo la pubblicità digitale – oggi – deve saper raggiungere diversi tipi di utenti, sia verticalmente (status sociale, età, sesso) sia orizzontalmente (smartphone, tablet, feature phone)». Il dato è ancora più importante se si pensa, secondo gli ultimi dati resi noti dal vice presidente, che in Italia sono almeno 10 milioni gli utenti attivi al mese su Facebook, sia da smartphone che tablet.

I social network rappresentano una visione non più alternativa ma fondamentale del mercato. Ne è convinta Emanuela Prandelli, professore associato Bocconi University e SDA: «L’attaccamento al brand va oltre quello che possiamo definire come indossabile. Acquista sempre più importanza la costruzione online, del proprio io, con i marchi e stili preferiti, prendendo a piene mani dall’armadio dei social network. Un Like su Facebook, un retweet su Twitter o un paio di foto su Instagram che ci ritraggono con un paio di pantaloni all’ultima moda o con il nuovo iPhone, non fanno altro che vestire la nostra rappresentazione social e virtuale, in una sorta di viralizzazione che per noi sembrerà poco, ma che per le aziende si traduce in un cospicuo aumento del ROI». Diciamo la verità, le aziende non hanno mai puntato molto sulla pubblicità sui media classici. Vuoi per un pubblico generalista, anche troppo, vuoi per costi non sempre abbordabili, solo i grandi brand hanno potuto permettersi, negli anni, di sponsorizzare i propri prodotti in televisione. Discorso simile, anche se con costi minori, per la radio dove la mancanza del fattore immagine si fa sentire. Quando i commerciali hanno cominciato a carpire la possibilità di poter utilizzare Internet a scopi pubblicitari, all’inizio con costi molto più ridotti rispetto a ora, hanno cominciato a sfregarsi le mani, quasi non credendo ai propri occhi. Secondo Roberto Pedretti, country manager di Nielsen Italia, nel nostro Paese ci sono sia le condizioni sia i numeri per passare alla seconda fase del business sui social media. «Quando il mercato va in una certa direzione, è fondamentale capire come utilizzare gli strumenti a disposizione per raggiungere meglio e più direttamente i consumatori. I dati Nielsen dicono che oggi, in Italia, Internet ha superato la stampa per investimenti pubblicitari. Questo vuol dire che la piattaforma è matura e pronta per accogliere tutte le aziende che vorranno investire e non più scommettere sull’adv on web».

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