L’innovazione ha un nuovo orizzonte

Ottanta miliardi di euro di finanziamento diretto a fondo perduto per le imprese. Il primo gennaio 2014 è partito il nuovo piano settennale della Commissione Europea

Piero BucciData Manager, con il consueto spirito di servizio al lettore, inaugura questa rubrica per informare sistematicamente e fornire alle aziende e organizzazioni interessate ogni possibile spunto su una importante iniziativa europea che andrà avanti fino al 2020 e che rappresenta una notevole opportunità sia per innovare sia per acquisire finanziamenti. Le aziende e i leader dell’offerta ICT – che già partecipano ai programmi di questo tipo – possono illustrare nel nuovo spazio editoriale i propri progetti innovativi europei o quelli in corso di sviluppo nei propri laboratori. La Commissione Europea ha, infatti, appena varato il Programma “HORIZON 2020” che è il nuovo piano settennale (2014-2020) di finanziamento a fondo perduto della innovazione e della ricerca e sviluppo (R&I – Ricerca e Innovazione) in Europa con un budget di circa 80 miliardi di euro. A differenza dei precedenti programmi (l’ultimo è stato il Programma Quadro 7, finito con il 2013), che erano essenzialmente finalizzati alla ricerca e sviluppo (R&D), questa volta l’obiettivo è l’innovazione intesa in tutte le sue accezioni. Il programma H2020 raggruppa e unifica tutte le forme di finanziamento diretto dell’UE per la ricerca e l’innovazione in un unico quadro finanziario per facilitare la trasformazione delle nuove conoscenze scientifiche in prodotti e servizi innovativi. Il programma, che è attivo dal primo gennaio 2014 e durerà fino al 31 dicembre 2020, supporta tutti i paesi dell’Unione europea nelle sfide globali, fornendo a ricercatori e innovatori gli strumenti necessari alla realizzazione di progetti e idee innovative. La struttura del programma definisce gli obiettivi prioritari e si articola su tre “pilastri” e cinque “programmi trasversali”.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

“Eccellenza Scientifica”

Il primo pilastro ha l’obiettivo di elevare il livello di eccellenza della base scientifica europea e garantire una produzione costante di ricerca a livello mondiale per assicurare la competitività dell’Europa a lungo termine. Vuole quindi sostenere le idee migliori, sviluppare i talenti europei e fare dell’Europa un luogo attraente per i migliori ricercatori. Il budget di questa area è il 31,73% del totale e si articola, a sua volta, in quattro sotto-programmi:

Leggi anche:  Italia e sviluppo sostenibile, Enrico Giovannini: «Non ci siamo proprio»

1. European Research Council (ERC): sostiene gli individui più talentuosi e creativi e le loro equipe nelle ricerche di frontiera e di altissima qualità;

2. “Tecnologie future ed emergenti”: finanzia la ricerca collaborativa per aprire nuovi e promettenti campi di ricerca e di innovazione;

3. Azioni “Marie Sklodowska Curie”: offre ai ricercatori europei eccellenti opportunità di formazione e di carriera mediante il sostegno alla mobilità;

4. Infrastrutture di Ricerca: affinché l’Europa disponga di infrastrutture di ricerca (comprese quelle elettroniche in rete) di livello mondiale accessibili a tutti i ricercatori.

Leadership Industriale 

Il secondo pilastro intende fare dell’Europa un luogo più attraente per investire nella ricerca industriale e nell’innovazione (intesa nella sua accezione più ampia). Promuove anche grandi investimenti in tecnologie industriali essenziali, incentivando il potenziale di crescita delle aziende europee e fornendo loro livelli adeguati di finanziamento. Vuole aiutare, inoltre, le PMI più innovative a trasformarsi in imprese leader di livello mondiale. Il budget di questa area è del 22,09% del totale e si articola in tre sotto-programmi:

1. Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali per fornire un sostegno mirato alla ricerca industriale e all’innovazione nei seguenti settori: information and communication technology; nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, fabbricazione e trasformazione avanzate; tecnologia dello spazio.

2. Accesso al capitale di rischio per superare i disavanzi della disponibilità di credito e finanziamento per la ricerca e l’innovazione.

3. Innovazione nelle PMI: per promuovere tutte le forme di innovazione nelle piccole e medie imprese, con un interesse specifico per quelle dotate del potenziale di crescita suscettibile di internazionalizzazione.

Sfide per la Società 

Il terzo pilastro affronta le grandi preoccupazioni dei cittadini europei, sulla base delle priorità individuate nella strategia “Europa 2020”. L’obiettivo è di riunire risorse e conoscenze provenienti da molti settori, tecnologie e discipline, fra cui le scienze sociali e umanistiche. Qui si coprono attività che spaziano dalla ricerca industriale alla commercializzazione, incentrandosi su quelle connesse all’innovazione. Il budget di questa area è quello più consistente e rappresenta il 38,53% del totale ed è incentrato sui seguenti sette sotto-programmi:

Leggi anche:  Come recuperare lo SPID: la guida passo passo per tutti i provider

1. Salute, cambiamento demografico e benessere;

2. Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina, marittima e bioeconomia;

3. Energia sicura, pulita ed efficiente;

4. Trasporti intelligenti, verdi e integrati;

5. Azione per il clima, efficienza delle risorse e materie prime;

6. Europe in a changing world – inclusive, innovative, reflective societies;

7. Secure societies – Protecting freedom and security of Europe and its citizens.

Programmi trasversali 

I cinque programmi trasversali sono: l’European Institute of Technology (EIT); “Diffondere l’eccellenza e ampliare la partecipazione”; il programma “Scienza con e per la società”, per promuovere una ricerca e innovazione responsabile; il Centro Comune di Ricerca (JRC); l’EURATOM.

Come funziona 

H2020 è già partito con i primi bandi (call for proposals) pubblicati l’undici dicembre 2013 e con scadenza ad aprile 2014. Ma sono anche già pianificati altri bandi per ogni tema nella seconda parte dell’anno. Uno dei principali requisiti di partecipazione è che si presenti un progetto (non la semplice domanda) al quale collaborino almeno tre entità indipendenti di tre Paesi diversi dell’UE o delle Associated Countries. Fanno eccezione le PMI che possono partecipare da sole. Le disposizioni finanziarie relative al contributo dell’Unione sotto forma di sovvenzioni sono state chiarite e semplificate. In particolare, è stata fissata un’unica percentuale di finanziamento in funzione della tipologia di progetto, senza distinzione tra i partecipanti: 100% dei costi diretti ammissibili e 70% (100% per le organizzazioni non profit) per le attività di innovazione e dimostrazione. Per i costi diretti, le norme prevedono sostanzialmente un’ampia accettazione delle pratiche contabili abituali dei beneficiari. I costi indiretti ammissibili, invece, sono determinati applicando un tasso forfettario del 25% del totale dei costi diretti, con la possibilità, unicamente per i soggetti giuridici senza scopo di lucro, di dichiarare i costi effettivamente sostenuti. Le attività finanziabili interessano l’intero ciclo di vita che va dalla ricerca di base al mercato, con un forte accento sulle attività connesse all’innovazione, quali le azioni pilota, le dimostrazioni, i test a sostegno e allo svolgimento di gare d’appalto, la progettazione, l’innovazione sociale e anche la commercializzazione. Sono ricompresi tutti i settori industriali e merceologici e possono partecipare, oltre alle aziende, le università e i centri di ricerca, anche le PA centrali e locali e le associazioni di tutti i tipi. Ovviamente, l’ICT e il digitale, come tecnologie abilitanti, giocano un ruolo fondamentale in tutte le tematiche descritte.

Leggi anche:  PA Digitale, in continua crescita nel mercato privato

 

PIERO BUCCI

Giornalista e consulente indipendente del Programma Europeo H2020 per la ricerca e l’innovazione, Piero Bucci ha alle spalle una trentennale esperienza nel mondo dell’ICT, sviluppata in sei aziende e due banche. Collabora con il Centro di Ricerca sui Sistemi Informativi (CeRSI) dell’Università LUISS “Guido Carli” ed è consigliere della Fondazione FORMIT. Inoltre è esperto indipendente per:

  • La Commissione Europea DG Connect, per le aree ICT, trust and security;
  • L’Agenzia Europea ENISA, per le aree “Information Security Risk Management” e “EP3R – Pan European Public Private Partnership for Resilience”;
  • Il MiSE Ministero dello Sviluppo Economico (Albo degli Esperti in materia di Innovazione Tecnologica);
  • la FILAS della Regione LAZIO (pub. registro FILAS).