IL SOFTWARE SEMPRE PIÙ RILEVANTE PER IBM


Obiettivi di crescita importanti, soprattutto nel middleware, grazie a R&D e ad acquisizioni mirate

«Ci sono segni di miglioramento, è un mercato challenging – ha affermato Steve Smith, vice president Software Group (SWG) di IBM Italia (www.ibm.com/it), riferendosi all’Ict nel nostro Paese -. Assintel stima per il 2010 una flessione del 7,10%, ma all’interno di questo comparto il software dà segnali positivi evidenziando un +2,7% e anche per il prossimo noi vediamo una crescita intorno al 2%. Inoltre scendendo più nel dettaglio la parte middleware, dove siamo molto ben posizionati e investiremo ancora, la crescita è stata del 5,6%». Nella classifica mondiale del software IBM occupa la seconda posizione e nel segmento middleware ha il 31,5% di share.

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«Negli ultimi 10 anni – ha ripreso Smith – IBM ha fatto cambiamenti significativi, disinvestendo in commodity e puntando sulla componente software, poiché in quest’ambito vediamo un buon ritorno degli investimenti. Il Software Group ha delle revenue pari a 22,3 miliardi di dollari contribuendo a oltre il 42% degli utili di IBM».

Il piano strategico 2005-2010 del gigante dell’It era di portare l’utile per azione da 5 a 10 dollari «e già oggi siamo a 11». Il piano fino al 2015 ha come obiettivo i 20 dollari; «lo raggiungeremo – ha spiegato il manager – investendo in tutte le aree che copriamo del mercato e anche nei servizi. Il contributo agli utili di IBM nel 2015 sarà intorno al 50%».

Smith ha poi snocciolato alcuni numeri che danno l’idea di cosa intenda IBM per investimenti: negli ultimi 10 anni ha acquisito 65 aziende di software; dal 2007 al 2009 ha speso 9 miliardi di dollari in acquisizioni e 8 miliardi in R&D che hanno portato a continui annunci di novità, le più recenti in area DB2 e WebSphere. «Per i prossimi tre anni – ha aggiunto – contiamo di investire circa 20 milioni di dollari nel software, di cui 15 per acquisizioni».

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SWG è la seconda azienda di software al mondo per fatturato «e nel middleware, secondo Gartner, siamo i leader». Come si sa IBM non rilascia i numeri relativi alle region, ma Smith ha fatto capire di essere soddisfatto della sua divisione che, a livello worldwide, «nell’ultimo trimestre ha realizzato 5,2 miliardi di dollari; in particolare il middleware ha mostrato una crescita tra il 7 e l’8%, WebSphere cresce del 14%, Tivoli del 9%, i software di information management del 5%, stabili Rational e Lotus». E anche l’ultimo quarter dovrebbe dare buone soddisfazioni secondo Smith: «Contiamo molto su questo trimestre, periodo in cui normalmente si chiudono importanti trattative; qui in Italia, per esempio, abbiamo in corso circa 7.100 ingaggi per progetti che dovrebbero trasformarsi in contratti».

Quattro sono le aree strategiche su cui la divisione si muove: lo Smarter planet; le Business analytics; la data center transformation, nella quale confluisce anche il Green It; l’offerta per le Industry. Per quest’ultima area IBM lavorerà a un industry framework per ciascun settore verticale. Per esempio attualmente ha già avviato iniziative nel settore fashion, nella sanità e in quello legale, ma si sta orientando anche ad affrontare nuovi segmenti come il marketing.

«Inoltre – come ha concluso Smith – stiamo investendo molto nel cloud computing (private, public e soprattutto ibrido) e nel social network».