Il SaaS non spaventa più


Produttori di software, provider con brand affermati (Microsoft, SAP, CA Technologies come Isv, BT e Telecom) e produttori di antivirus (l’elenco sarebbe troppo lungo): tutti ormai si presentano con una proposta consolidata in modalità Software-as-a-Service, e non più solo on premise. L’offerta sul mercato oggi è talmente ampia e affidabile, visto i nomi coinvolti, che i dubbi delle imprese utenti si sciolgono progressivamente. E poi se il servizio non funziona basta non utilizzarlo più visto che si paga a consumo (è vero che cambiare fornitore e magari soluzione comporta comunque disagi, ma in fondo sarebbe stato peggio aver acquisito e implementato la soluzione e poi accorgersi che non era quello che si voleva …). C’è voluto un po’ di tempo a convincerli, ma ora anche i partner di canale propongono con convinzione il SaaS, con i produttori del software alle spalle che fanno da garanti della qualità del servizio. Con un “assedio” così intenso sembra proprio che si siano fiaccate le resistenze dei più assidui difensori dell’“è meglio averlo in casa e avere tutto sotto controllo”. E questo avviene anche in Italia, nonostante la tradizionale lentezza ad affrontare i cambiamenti. In fondo di questa modalità, in forme e con acronimi diversi, se ne parla da diversi anni.

Attualmente, in Italia, secondo il Cloud Computing Report 2011 realizzato da Nextvalue, le priorità di spesa SaaS delle imprese riguardano principalmente i progetti di comunicazione che coinvolgono applicazioni di e-mail, Unified Communication & Collaboration e Crm. Mentre dai dati dell’Osservatorio “Cloud & ICT as a Service” della School of Management del Politecnico di Milano, emerge che il 63% delle società italiane dichiara di avere attivo almeno un servizio SaaS.

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Secondo Gartner, questi dati si riferiscono però al contesto worldwide, il mercato Software-as-a-Service quest’anno crescerà del 20,7%. Il volume globale raggiungerà un valore pari ai 12,1 miliardi di dollari e arriverà quasi al raddoppio nel 2015.

Gartner riferisce che questa crescita in ordine al contesto applicativo aziendale accade a causa di due fattori: la persistente stretta sui budget e sulle spese di capitale delle imprese, ma anche per una maggiore disponibilità ad avvicinarsi al Cloud computing. Si sono ridotti, infatti, i timori della prima ora relativamente la sicurezza, i tempi di risposta, la disponibilità del servizio e l’integrazione dei dati via via che sempre più aziende hanno trasformato il SaaS in best practices, pur se non si sono diradati del tutto.

Come apparso sin da subito, il Crm, ancora oggi, rappresenta il maggiore mercato in modalità SaaS; infatti, riporta Gartner, circa il 32% del fatturato mondiale delle applicazioni di Crm deriva dalla modalità Software-as-a-Service, tanto che la società di ricerche ne prevede per quest’anno un valore pari a 3,8 miliardi di dollari. Anche il mercato delle soluzioni di Content, Communications and Collaboration erogate in modalità SaaS crescerà sensibilmente già nel 2011, superando i 3,3 miliardi di dollari (erano 2,8 lo scorso anno). Non così bene invece per i software Erp che in modalità SaaS si fermano al 7% della totalità del mercato delle applicazioni gestionali e dovrebbero rappresentare nel 2011, secondo Gartner, un giro d’affari intorno al miliardo e mezzo di dollari.

Va bene non avere più paura… ma, quando si tratta dei dati del core business, la prudenza non è mai troppa, soprattutto per le imprese italiane.

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