Case History – Porti di Roma e del Lazio virtualizza con VMware


L’operazione ha portato una migliore gestione dei server e notevoli risparmi energetici

 

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Porti di Roma e del Lazio (www.port-of-rome.org), l’organizzazione dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, nasce alla fine degli anni 90 con l’obiettivo di promuovere e gestire i porti di competenza e incrementarne i traffici e attualmente, tra dipendenti e collaboratori, occupa circa 110 persone.

L’infrastruttura server era inizialmente costituita da due soli server, ma la progressiva crescita dell’ente ha visto anche l’aumentare delle esigenze, motivo per cui il data center ubicato presso il Molo 2 del Porto di Civitavecchia è stato oggetto nel corso degli anni di una crescita “spontanea” e per questo molto frammentata. Per porre rimedio a tale situazione, tra il 2005 e il 2006, è stato effettuato un consolidamento fisico dei server che sono stati posti su lame.

Nel 2007, l’area IT ha preso in considerazione l’innovativa offerta di VMware (www.vmware.com), eseguendo prove di virtualizzazione in ambienti di test. Sin da subito sono emersi i vantaggi della soluzione, in termini di maggiore gestibilità del sistema, risparmio energetico e di spazio. Due anni dopo, grazie al supporto del partner tecnologico Filippetti (www.gruppofilippetti.it), che ha seguito la fase progettuale e la pianificazione delle attività di deployment, la scelta della virtualizzazione VMware si concretizza.

«L’offerta di virtualizzazione di VMware ci è parsa, sin da subito, l’unica, tra quelle presenti sul mercato, in grado di garantire ciò che stava a cuore a Porti di Roma e del Lazio: rendere il sistema di organizzazione dei server maggiormente flessibile e facilmente gestibile; modernizzare e armonizzare il Ced con la migliore offerta tecnologica disponibile», afferma Davide Sansonetti, IT manager Porti di Roma e del Lazio.

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Il progetto viene attuato virtualizzando l’ambiente fisico delle lame direttamente nello stesso blade center, in cui 4 delle 14 lame a disposizione sono state riservate alla virtualizzazione di VMware. Successivamente, sono stati acquistati due nuovi server con lo storage, su cui è stata spostata la virtualizzazione eseguita con VMware e l’ambiente di provenienza (le 4 lame) è stato modellato per il Disaster Recovery.

«La virtualizzazione che abbiamo deciso di sposare affidandoci al leader di mercato VMware ci ha consegnato un ambiente server virtualizzato per il 95-98%, facile da gestire e flessibile – continua Sansonetti -. Notevoli i risparmi energetici ottenuti, e anche lo spazio che è stato guadagnato. Tutte le aspettative presenti a inizio progetto sono state soddisfatte».

La virtualizzazione ha consentito di dimezzare il numero dei rack ospitati nel Ced: oggi uno è dedicato alla server farm VMware e l’altro agli apparati di sicurezza. Questo ha permesso una riduzione dei consumi di energia elettrica utilizzata per alimentare le macchine e climatizzare gli ambienti. È stata, inoltre, riscontrata una maggiore affidabilità del sistema rispetto al passato, anche grazie al fatto che l’infrastruttura poggia su un ambiente ridondato.

Le nuove macchine virtuali implementate consentono una maggiore flessibilità rispetto a quelle fisiche, in modo particolare per quanto riguarda il deployment dei server: un nuovo server può essere attivato, infatti, in una sola ora. Il tutto a fronte di prestazioni migliori. Inoltre, l’adozione della virtualizzazione VMware ha facilitato e reso abilitante infrastrutture di altri fornitori.

La gestione dell’intero ambiente è stata sensibilmente semplificata e avviene attraverso un’unica console. Grazie alle soluzioni implementate, il carico di lavoro legato alla gestione e manutenzione dei server si è notevolmente alleggerito e questo permette allo staff IT di Porti di Roma e del Lazio di dedicarsi ad attività strategiche per l’ente.

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Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, è previsto che il Disaster Recovery passi fisicamente dal Ced dell’Autorità Portuale a uno degli altri Ced di Porti di Roma, a circa 3 km di distanza: la remotizzazione garantirà una maggiore sicurezza ai dati. Tutti i Ced nell’area portuale sono collegati in fibra ottica.