Google assume in Qualcomm per accelerare Fiber

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Il gigante mette sotto contratto un ex esecutivo di Qualcomm per guidare il progetto che porterà internet ultra veloce nelle città degli Stati Uniti

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Vi ricordate di Google Fiber? Si tratta del progetto che Big G ha avviato per portare internet su fibra ottica all’interno degli Stati Uniti. Per farlo, l’azienda ha deciso di accelerare i tempi, assumendo un ex componente dell’esecutivo di Qualcomm, azienda che produce chip. Dennish Kish, ex vice presidente e general manager della storica compagnia, ha assunto il ruolo di Google Fiber VP al posto di Milo Medin, che rimarrà nel consiglio come consulente. La notizia dell’ingresso di Kish è stata riportata dal Wall Street Journal ieri, spiegando come la scelta sia ricaduta volutamente su una persona che ha “l’esperienza necessaria per guidare Google Fiber verso la realizzazione di internet ultra veloce, assieme a servizi televisivi, in molte città degli Stati Uniti”.

Più veloce della luce

Il servizio offerto da Google permette agli utenti di viaggiare a 1.000 Mbps su internet, circa 100 volte più veloce dell’attuale media statunitense. Google è riuscita a realizzare la sua fibra, per ora, solo a Kansas City e a Provo nello Utah, e presto la estenderà anche ad Austin nel Texas. L’obiettivo è quello di raggiungere almeno 34 città nel breve periodo (2015?). Il team di Fiber è solito annunciare la lista delle città candidate all’arrivo della fibra, almeno un paio di mesi prima della partenza dei lavori. Creata con la promessa di portare internet attraverso le nuove tecniche a impulsi di luce invece dei classici cavi elettrici, la fibra potrebbe segnare la fine di una tecnologia ultra decennale che ha permesso al web di affermarsi un po’ ovunque, seppur in tutto il mondo (e anche in Italia) resistano delle zone di digital divide dove ci si connette anche con il vecchio modem a 56 Kbps (al massimo in doppio linea a 128 Kbps). Assieme a Project Loon, Google vuole sdoganare l’accesso al web in ogni parte del globo, facilitando non solo l’arrivo di internet ma la fruizione ai suoi servizi. Filantropi si, ma fino a un certo punto.

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