Uber, il vero rivale è in Cina

Altro che governi e tassisti, la startup che ha rivoluzionato il mondo dei piccoli spostamenti deve preoccuparsi della concorrenza

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Xiaoju Kuaizhi ha raggiunto fondi per 1,5 miliardi di dollari e si appresta a spaventare Uber. La compagnia è nata per offrire agli utenti cinesi un’alternativa ai viaggi in taxi, cavalcando proprio il successo di Uber nel resto del mondo. La differenza tra l’app statunitense e quella cinese è che dietro la seconda ci sono nomi come l’Alibaba Group e Tencent, le cui holding alimentano il servizio che già detiene la più ampia fetta di tassisti privati lungo tutto il paese.

In due uniti contro Uber

In realtà agli albori di Xiaoju Kuaizhi ci sono due app distinte, Didi e Kuaidi, entrambe orientate all’offrire servizi di trasporto paralleli ai classici taxi nelle grandi aree urbane della Cina. Ma a causa della rapida crescita di Uber anche oltreoceano, le due compagnie hanno deciso di unire le forze per non disperdere gli investimenti tesi a fronteggiare un nemico fin troppo potente. In questo modo hanno raggiunto nei mesi scorsi  1 miliardo di dollari in finanziamenti, permettendo così a Didi Kuaidi di piazzarsi nelle prime posizioni delle startup cinesi più promettenti, dietro solo ad una certa Xiaomi. Il particolare mercato cinese, secondo Analysys International, è dominato proprio da Didi Kuaidi che detiene il 78% delle prenotazioni di taxi in Cina. Ovviamente il dato si riferisce agli aggregati urbani più ampi, come Pechino, dove ha senso affidarsi ad autisti privati per muoversi da una parte all’altra di una delle metropoli più popolate del pianeta. Il prossimo passo? Forse uno sbarco negli States, terra dove finora l’unica parola a fare rima con taxi privati era Uber.

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