Così i russi hanno aggirato la censura del web

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Il governo di Putin aveva messo al bando RuTracker ma i software anonimi vanno oltre ogni barriera digitale

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Pirate Bay non è l’unico sito p2p al mondo con una storia travagliata. La Russia vanta un omonimo di tutto rispetto, RuTracker, che di media fa 13 milioni di utenti al giorno. Come il cugino svedese però, anche RuTracker offre liberamente contenuti protetti da copyright e per questo è entrato nel mirino del governo russo. Putin ha dunque stretto la morsa intorno al servizio, bloccandone l’accesso da parte degli ISP nazionali. Eppure ciò non ha fermato del tutto l’accesso dei navigatori del paese. Dopo un paio di giorni in cui RuTracker ha vissuto un calo vistoso nelle visite (fino al 15% in meno), domenica ha registrato un accesso giornaliero di ben 11 milioni di utenti, quasi un ritorno ai numeri a cui era abituati prima della censura.

Cosa è successo

Ma come è stato possibile? Gli utenti russi hanno fatto presto a scaricare qualche software per la navigazione anonima, come Tor, per aggirare il blocco e accedere lo stesso al sito, pur connettendosi dal territorio russo. Si tratta della stessa tecnica usata nelle nazioni in cui vige un blocco sui contenuti di Netflix; blocco anche qui inutile perché aggirabile con un paio di click. Oltre a Tor, esistono altri tool per anonimizzare il traffico in rete, i più famosi sono Freegate e Anonymox. Ma è Tor il re indiscusso del browsing privato anche in Russia, dove in un solo anno è cresciuto del 35%.

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