Come cambiano le imprese

bruno sirletti fujitsu

Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione del modo di fare business a livello mondiale. Molti la chiamano “trasformazione digitale” e si basa sull’utilizzo strategico della tecnologia per ottenere vantaggi competitivi nei propri settori di riferimento. In generale, si tratta di un cambiamento di paradigma che sta lentamente esercitando una profonda influenza su tutti i settori industriali che conosciamo.

Ecco perché, per Fujitsu la digital transformation è una delle direttive principali su cui investire nel corso di tutto il 2016. Perché questo processo sta trasformando l’intera catena del valore delle imprese, i sistemi di manifattura, le operation, i sistemi di pagamento e di manutenzione, il marketing, la gestione della customer experience, fino ad arrivare anche alla gestione del riciclo dei rifiuti.

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Qualsiasi azienda che decida, oggi, di rimanere fuori da questa svolta epocale, rischia di essere tagliata fuori dal mercato e di non partecipare allo sviluppo, che nei prossimi anni troverà appoggio stabile su questo nuovo contesto. Qui non si sta parlando di semplice digitalizzazione dei processi analogici. Questa trasformazione ha bisogno che le imprese si adoperino per ripensare le proprie operazioni e i propri processi nel nuovo scenario globale. Uno scenario in cui persone, cose (IoT), dati dell’azienda sono connessi e “dialogano” tra loro: è la chiave non solo per essere più veloci e incrementare l’efficienza, ma anche per cambiare radicalmente il proprio modo di lavorare e l’interazione con i propri clienti.

In una recente indagine, condotta da Fujitsu su oltre 600 tra manager C-level e responsabili di budget IT, emerge un grande ottimismo nel mercato nei confronti della digital transformation. I top manager sono fiduciosi nella capacità della propria organizzazione di progredire con progetti di trasformazione e la grande maggioranza vorrebbe muoversi ancora più velocemente. C’è anche la consapevolezza che non essere abbastanza veloci nella digitalizzazione porta a conseguenze negative, tra cui perdita di produttività (per il 40% degli intervistati), una riduzione del fatturato (per il 38%), l’incapacità di attrarre e mantenere i talenti (per il 38%) e l’incremento dei costi (per il 37%). La digital transformation è sempre più centrale per la stabilità sociale ed economica. Per avere successo, le aziende devono accelerare il passo con cui stanno mettendo insieme nuove tecnologie e nuove idee. Tuttavia, la mancanza di una responsabilità univoca e la presenza di differenti priorità, spesso anche in conflitto tra loro, sono ostacoli al successo di queste iniziative.

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Ecco perché, se consideriamo la pervasività della trasformazione digitale, possiamo senza dubbio affermare che non si tratti solo di una questione relativa alla tecnologia e nemmeno alla mera strategia aziendale. È un elemento che deve necessariamente coinvolgere l’asset più importante delle imprese: la forza lavoro. Credo sia urgente lo sviluppo di nuove competenze e professionalità in ogni divisione aziendale, con l’integrazione di figure che siano capaci di interpretare al meglio le nuove opportunità offerte e di guidare in maniera strutturata il cambiamento. È necessario, quindi, un investimento ragionato e strategico sullo sviluppo del know-how del capitale umano e sul ripensamento – in chiave digitale – di alcune soft skill tradizionali che sono comuni e trasversali alle diverse unità organizzative. In questo scenario, è molto importante accompagnare e supportare i clienti nella loro trasformazione digitale, attraverso progetti mirati, che siano in linea con le caratteristiche e le esigenze delle aziende.

Bruno Sirletti, presidente e AD di Fujitsu Italia