Anche il Pentagono ha il suo hackathon

Il Bug Bounty Program servirà a ottenere indicazioni su come tappare eventuali falle nel sistema

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Il Dipartimento della Difesa statunitense ha avviato la raccolta di applicazioni per Hack the Pentagon, il sui primo programma di ricerca bug. Per partecipare, gli hacker devono essere cittadini USA e non inseriti nell’elenco del Treausry Department circa le persone e le organizzazioni indagate per indagini sul terrorismo o traffico di droga. Chi segnalerà alla Difesa i bug trovati sarà poi sottoposto ad un più avanzato processo di verifica su sfondo criminale, per essere sicuri di premiare solo gli hacker etici, coloro che indicano le falle a solo scopo protettivo e non per finalità di lucro.

Hacker federali

Il programma Hack the Pentagon partirà il 18 aprile e proseguirà fino al 12 maggio. Sarà coordinato da HackerOne, la piattaforma di premiazione sui bug lanciata nel 2012 che offre servizi a diverse aziende, tra cui AirBNB, Adobe e Twitter. Il budget per il progetto è di 150 mila dollari, anche se non è chiaro come verranno assegnati i premi e a quanti hacker. Quello del Pentagono è solo l’ultimo dei “bug bounties” visti al mondo. Dopo quelli dei big della rete, da Mozilla a Google, anche le organizzazioni militari hanno accolto la possibilità di aprire agli esperti indipendenti la ricerca e individuazione di falle nei sistemi informatici. Solo in questo modo si possono ampliare i sistemi di protezione che, spesso, si basano solo su ricerche interne che non prendono in considerazione gli aggiornamenti più repentini del sottobosco della rete.

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