Competenze digitali per le imprese e la società

Istituzioni, Università e Imprese a confronto

Quanto sono importanti le competenze digitali per il futuro del Paese? Che ruolo hanno in questo processo le aziende, le istituzioni e gli stakeholder? Quali sono i traguardi e le sfide della nuova economia e della società che sta nascendo dalla rivoluzione tecnologica in atto? Per rispondere a queste domande – o almeno per indirizzarle da diversi punti di vista – si è tenuto all’Università degli Studi di Milano il convegno di presentazione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali sul tema “La costruzione delle competenze digitali: un investimento per la società”, condotto dalle principali associazioni ICT (Agenzia per l’Italia Digitale, Aica, Assinform, Assintel e Assinteritalia) e promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale.

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Ha introdotto l’incontro Nello Scarabottolo, Vice-direttore Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano, che ha sottolineato come la competenza nelle tecnologie digitali sia un must per essere protagonisti del futuro.

Franco Patini, del comitato scientifico Agid – Agenzia per l’Italia Digitale, ha messo a fuoco il tema del digitale come un’opportunità per tutto il sistema paese. “L’innovazione nei diversi settori passa dalle tecnologie digitali: dalle aziende alla sicurezza, dal mondo dei dati a quello delle app. La trasformazione del nostro modo di vivere quotidiano richiede un’evoluzione anche culturale, che accompagni e dia un senso più profondo all’innovazione tecnica”.

Massimo Temporelli, Presidente e co-founder The Fablab, ha invece parlato della prossima rivoluzione tecnologica che è già imminente: l’integrazione di atomi e bit, ovvero il mondo degli oggetti “intelligenti”. “La digital fabrication bussa alla porta. Da un lato vorrei lanciare l’hashtag #ancora?, riferito allo stupore che ancora si parli del digitale come di una rivoluzione da adottare, e d’altro lato l’hashtag #finalmente! per riconoscere che la trasformazione è inevitabile e va anzi cavalcata. Il nuovo attrae e spaventa sempre, per questo serve anche la cultura umanistica, perché proprio l’uomo è il fine ultimo della tecnologia”.

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Giancarlo Capitani, Presidente Netconsulting Cube, ha illustrato i risultati della ricerca dell’Osservatorio. La sfida principale delle aziende nel periodo 2015-2016 è appunto la digital transformation, che ha potenzialità enormi ma ancora da gestire. Le barriere da superare sono la mancanza di una forte cultura digitale e la scarsità di competenze anche nel top management delle imprese. “I dati dell’Osservatorio fotografano l’Italia come un paese in movimento, ma ancora sprovvisto di una vera regia che coordini e faciliti il viaggio veerso la digitalizzazione”, ha sottolineato Capitani. L’innovazione è il timone per il futuro delle imprese, ma il digital divide traccia un solco tra nord e sud Italia e tra l’Italia e il resto dell’Europa. “Serve un approccio sistemico per governare la trasformazione tecnologica, bisogna creare un progetto chiaro e un ecosistema di competenze”.

Fabrizio Proietti, Dirigente ufficio IV, direzione generale ordinamenti scolastici Miur sul tema dell’alternanza scuola/lavoro è invece intervenuto illustrando le principali normative a favore della creazione di una cultura digitale. “Il piano nazionale della scuola digitale va nella direzione di creare cultura e competenza nel mondo del lavoro ma in modo trasversale anche in altri settori. L’idea della normativa è di educare e sviluppare l’attitudine al cambiamento come fattore positivo di crescita”.

A seguire, si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Scuola, Università, Imprese: collaborazione, continuità e necessità d’incontro” con la partecipazione di Giorgio De Michelis, Professore del dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Paolo Ghezzi, Direttore generale Infocamere, Francesco Grillo, Consigliere del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e di nuovo il Vicedirettore del dipartimento di Informatica Nello Scarabottolo. Tra i temi emersi, quello di dare una road map per l’evoluzione digitale, riorganizzando anche le risorse informative che già esistono, e la formazione non solo degli studenti ma anche dei docenti a scuola, per prepararli a insegnare con maggior efficacia le skill che saranno richieste nell’immediato futuro.

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Un progetto meritevole portato a esempio è quello di Andrea Cecchi, co-founder della piattaforma www.studentsonstage.it per il matching di studenti, scuole e aziende in modo da organizzare esperienze di stage significative con la prospettiva (auspicata) di un inserimento lavorativo futuro.

“In Regione Lombardia stiamo lavorando in direzione dello smart working e del welfare aziendale”, ha sottolineato in conclusione Valentina Aprea, Assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro. “Nel 2020 sono previsti 2 milioni di nuovi posti di lavoro ma anche 7 milioni di posti in meno dovuti alle nuove tecnologie, che sostituiranno il lavoro umano. Regione Lombardia si sta dando da fare oggi per risolvere i problemi di domani, per esempio attraverso la premialità dei percorsi innovativi, il lancio di programmi congiunti di apprendistato con Università, impresa e scuola e il finanziamento di iniziative che meritano, e il programma “Adotta un apprendista”.