Brain Force Italia cambia nome. Più forte e agile come Cegeka

In close cooperation con Cegeka

L’offerta è ampliata ai servizi cloud, al supporto remoto continuativo e alla metodologia agile di sviluppo del software. L’AD, Donnabella: «Siamo un player privato e indipendente 100% customer-centric»

Brain Force Italia annuncia il cambio di denominazione e ragione sociale in Cegeka Spa, completando il processo di integrazione nel gruppo Cegeka che l’aveva acquisita nel 2014. Fondata trent’anni fa, la storica azienda dell’ICT italiano è oggi una realtà che sfiora i 30 milioni di euro di fatturato e conta 250 dipendenti. L’acquisizione da parte di Cegeka e il cambio della denominazione, che ufficializza la nuova posizione, significa l’ingresso in una realtà europea tra le più importanti, con una presenza in 11 country, 3.600 dipendenti e un fatturato di 370 milioni di euro. «La nostra nuova vita all’interno del gruppo Cegeka equivale per noi a fare il salto da un’azienda di medie dimensioni a una realtà imprenditoriale di assoluto rilievo nel panorama IT» – spiega a Data Manager, Stefania Donnabella, AD di Cegeka. Cegeka è un service provider ICT europeo indipendente, nato in Belgio e che fornisce servizi di consulenza IT, integrazione delle infrastrutture ICT, implementazione delle applicazioni e servizi in outsourcing. Ha filiali nei principali paesi europei, dalla Francia alla Germania, dai Paesi Bassi all’Italia, e nel 2015 ha incrementato il suo fatturato del 31% rispetto all’anno precedente.

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Sfide e opportunità di business

«Cegeka sta crescendo a ritmi impressionanti, sempre double-digit. Questo per noi comporta sia sfide che opportunità di business» – sottolinea l’AD. L’integrazione delle competenze di Brain Force all’interno del gruppo internazionale ha significato l’ampliamento dell’offerta soprattutto in chiave cloud, di supporto remoto continuativo ai clienti e delle metodologie di sviluppo agile del software. «Uno dei nostri obiettivi – continua Stefania Donnabella – è quello di aiutare le aziende a realizzare la “Connected Organization”. L’azienda connessa di oggi, e soprattutto quella di domani, è l’organizzazione che si rivolge a una nuova generazione di clienti. Certo, il front-end deve essere in grado di comunicare efficacemente nell’universo digitale dei social media e deve offrire una user experience innovativa, ma secondo noi l’azienda vincente è soprattutto quella che nel mondo iperconnesso di oggi riesce a distinguersi. Perché dovrei preferire un brand piuttosto che un altro, a parità di servizio generale offerto? La nostra risposta a questa domanda risiede nella personalità, nel timbro che l’azienda riesce a imprimere alla propria relazione con i clienti. E questo è un vantaggio competitivo che si costruisce sia con la cultura aziendale sia con la potenza degli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia».

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Abbracciare il cambiamento

Tra le ragioni che hanno messo Brain Force nel mirino delle acquisizioni da parte di Cegeka c’è sicuramente l’eccellenza della società italiana nei gestionali ERP, nel CRM e negli applicativi verticali per le aziende. Mai come ora, infatti, le organizzazioni che lavorano nel food ma anche nel manufacturing o nella chimica stanno vedendo importanti trasformazioni nel proprio settore. D’altro lato, Cegeka è invece leader nella metodologia agile per cambiare il modo in cui si sviluppano soluzioni software nelle aziende, allineando in questo modo le esigenze dell’IT con quelle del business. «Siamo tra i pochi soggetti aziendali indipendenti, privati e non quotati in Borsa. Questo ci permette di avere un approccio realmente centrato sul cliente, e di lavorare unicamente per il suo interesse» – sottolinea Donnabella. La nuova pelle di Cegeka le permette di accompagnare ancora meglio i clienti lungo il percorso della digital transformation, mantenendo con essi rapporti molto stretti e riuscendo al tempo stesso a gestire progetti globali e complessi. E la dimensione internazionale del gruppo consente qualche confronto tra l’Italia e gli altri paesi europei. «Ci sembra di poter dire che in questa country finora è mancata una certa fiducia nei confronti – per esempio – del cloud e di altre tecnologie già “testate” altrove. I paesi del Nord Europa sono invece più propensi ad abbracciare il cambiamento. Mi sento comunque ottimista sul futuro dell’Italia, dove gli imprenditori hanno sempre dimostrato le capacità necessarie per reinventarsi anche nei periodi di crisi. Non è forse affascinante l’idea che nell’era della globalizzazione dei mercati, il vero valore risieda nella capacità di differenziarsi dai competitor e di far risplendere la propria magnifica unicità»?

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